Bergoglio insulta ancora i profeti di Dio: “Giona, il premio nobel delle lamentele”
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“(…) Vi è poi l’atteggiamento delle «lamentele». L’uomo e la donna «che si lamentano sempre; invece di lodare Dio si lamentano davanti a Dio. E le lamentele che sono la musica che accompagnano quella vita». (…) E ha anche richiamato la vicenda biblica del profeta Giona, «il premio Nobel delle lamentele». Giona, infatti, «fuggì da Dio perché si lamentava che Dio gli avrebbe fatto qualche torto e se ne è andato là, poi è annegato, il pesce lo ha ingoiato. E poi è tornato alla missione e poi fatta la missione, invece di rallegrarsi per la conversione, l’amaro viene e si lamenta: “Io sapevo che tu eri così e sempre salvavi la gente…”, e si lamenta perché Dio salva la gente». Perché, ha aggiunto, «anche nelle lamentele ci sono delle cose contraddittorie»” (Omelia, Casa Santa Marta, 11 dicembre 2017)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione”” (Lc 11,29-30)
C) Commento:
Bergoglio non perde occasione per continuare a demolire la vita dei santi della storia di Dio. Ancora una volta Bergoglio denigra e insulta un profeta di Dio, il profeta Giona, come già fatto in passato (cfr. Bergoglio insulta il profeta Giona: ”Testardo, rigido, pusillanime; malato”) che ora Bergoglio con disprezzo chiama addirittura il “premio nobel delle lamentele”.
Mai un uomo di Dio, e men che meno un ministro degno di tale nome, può permettersi di prendersi gioco di un profeta o di un santo o di un martire di Dio. Questo atteggiamento di Bergoglio dimostra la sua assoluta mancanza di umiltà (altro che dire: Gesù il grande umiliato!) e la sua totale presunzione, oltre che l’ipocrisia di chi vorrebbe far credere (agli ingenui) di essere il difensore della misericordia.
In realtà Bergoglio insegna una misericordia opposta a quella di Gesù. Con i nemici della cristianità e verso ciò che è peccato la “misericordia” di Bergoglio scusa sempre, così da favorire il peccato o scusare i prepotenti (cfr. Cristo crocifisso sulla falce e martello è “arte di protesta”) e gli arroganti che cercano di schiacciare i cristiani (cfr. La chiesa di Bergoglio vera matrigna dei cristiani). Con gli amici di Cristo, con i santi e i martiri, la “misericordia” di Bergoglio si trasforma invece in giudizio spietato, di chi punta il dito solo per accusare e mettere in ridicolo (cfr. Noè l’ubriaco e il perdono muto; Re Davide il corrotto profetizza l’umiliazione di Gesù; “Pietro non aveva fatto tanti studi, non era laureato: era un pescatore”; Elia, il profeta “pauroso” e “depresso”; Bergoglio e il disprezzo della fede di San Pietro; La “meschinità” di San Pietro e la missione di non fare proselitismo; “Gli Apostoli hanno pensato di Gesù: «Ma questo non ha dormito bene»”; San Giuseppe “il custode delle debolezze”; La Madonna era umana e forse aveva voglia di dire al Signore: “Bugie! Sono stata ingannata!”; Simeone e Anna sono i creativi. Giuseppe e Maria no; Bergoglio dice della Madre di Dio: ”Maria stava nel buio più fitto”).
Si dice: giudica il peccato ma non il peccatore. Invece Bergoglio fa il contrario. Non giudica il peccato (chi sono io per giudicare i gay?) e giudica invece, senza un briciolo di umiltà e con totale arroganza e prepotenza, i profeti e i santi di Dio, che in tutta evidenza Bergoglio presenta come grandi peccatori (cfr. Giovanni Battista ha vissuto “il buio dello sbaglio, il buio di una vita bruciata nell’errore”; Giovanni Battista e la sua “tortura interiore del dubbio”; Bergoglio contro Giovanni il Battista: “Era proprio nel momento del buio…, nel buio del cuore”; Giovanni il Battista secondo Bergoglio: Gesù “è eretico, non è il Messia che aspettavo”; I Dodici Apostoli: “tutti peccatori, invidiosi, traditori e codardi”; Re Davide peccatore ma santo).