Simeone e Anna sono i creativi. Giuseppe e Maria no
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“Nel racconto della Presentazione di Gesù al Tempio la sapienza è rappresentata dai due anziani, Simeone e Anna: persone docili allo Spirito Santo (lo si nomina tre volte), guidati da Lui, animati da Lui. Il Signore ha dato loro la sapienza attraverso un lungo cammino nella via dell’obbedienza alla sua legge. Obbedienza che, da una parte, umilia e annienta, però, dall’altra accende e custodisce la speranza, facendoli creativi, perché erano pieni di Spirito Santo … è curioso notare che in questa vicenda i creativi non sono i giovani, ma gli anziani. I giovani, come Maria e Giuseppe, seguono la legge del Signore sulla via dell’obbedienza; gli anziani, come Simeone e Anna, vedono nel bambino il compimento della Legge e delle promesse di Dio. E sono capaci di fare festa: sono creativi nella gioia, nella saggezza” (Omelia, Basilica Vaticana, festa della presentazione del Signore al tempio, 2 febbraio 2015)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Lc 2,25-32)
“C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2,36-38)
“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te»” (Lc 1,26-28)
“Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»” (Lc 1,46-50)
“Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19)
C) Commento:
Bergoglio, in questo discorso apparentemente innocuo, sminuisce essenzialmente e sostanzialmente il ruolo e la grandezza di San Giuseppe e Maria Santissima, il cui comportamento nel testo sopra riportato è preceduto dal termine “curioso” che si contrappone all’esaltazione del ruolo di Simeone e Anna, che sono citati come coloro che posseggono lo Spirito Santo.
Questo modo di fare che tende di fatto a sminuire il ruolo e il comportamento dei Custodi della santa Famiglia è fuorviante e non corretto.
Chi in quel momento deve essere posto all’attenzione del lettore? Coloro che Dio ha chiamato a custodire il Bimbo Divino, coloro che sono per antonomasia i ripieni dello Spirito Santo o altri, che per quanto santi, non possono essere innalzati al di sopra di Giuseppe e di Maria, Madre di Dio?
Pertanto cos’è “curioso” notare? Il fatto che Bergoglio ponga in risalto la presenza dello Spirito Santo in Simeone e in Anna, che li rende “creativi” rispetto a san Giuseppe e a Maria, che evidentemente per Bergoglio non lo sono?
Se la presenza dello Spirito Santo rende “creativi”, quanto lo dovrebbero essere in termini assoluti san Giuseppe e la Madonna? Più di qualsiasi altro, benché santo. Invece il comportamento definito “creativo” di Simeone e Anna è posto da Bergoglio in contrapposizione all’obbedienza, quasi fosse un’obbedienza umiliante e non consapevole, alla legge da parte di san Giuseppe e Maria Santissima.
Piuttosto, si sarebbe dovuto meditare sul perché San Giuseppe e la Madonna hanno presentato comunque il Figlio al Tempio, nonostante da quello stesso Tempio poi sarebbe giunta la condanna a morte di Gesù.
San Giuseppe e la Madonna sono stati obbedienti al Tempio per il tempo stabilito, pur essendo il Figlio al di sopra della Legge.
Nel momento in cui Cristo si è manifestato pubblicamente come Tempio vivo di Dio, in antitesi al tempio vecchio che prima era e poi non era più, chi voleva vivere Dio nell’autenticità e ricevere lo Spirito del Padre lo poteva fare solo nel Figlio, per poter vivere e compartecipare alla Sua Messa viva, vera continua e palpitante.