L’ipocrisia di Bergoglio sul mistero della croce

 

A)     Testo del discorso:

(…) Non è sempre facile capire la croce, perché soltanto con la contemplazione si va avanti in questo mistero d’amore». Così, ha aggiunto riferendosi al passo evangelico di Giovanni (3, 13-17), «Gesù, quando vuol spiegare questo mistero d’amore a Nicodemo, usa due verbi: salire, scendere o scendere, salire». Dunque, «questo è il mistero d’amore: Gesù sceso dal cielo per portare tutti noi a salire in cielo: questo è il mistero della croce».

In realtà… «sono stati incantati da un’illusione di un Cristo senza croce o di una croce senza Cristo. Queste sono le due tentazioni: un Cristo senza croce, cioè un maestro spirituale che ti porta avanti tranquillo, non ci sono le sofferenze o almeno tu scappi dalle sofferenze e vai». Ma «un Cristo senza croce che non è il Signore: è un maestro, niente di più. È quello che, senza saperlo, forse cercava Nicodemo». Ed «è una delle tentazioni. Sì, Gesù, che buono il maestro, ma senza croce: chi vi ha incantato con questa immagine?». Questa è appunto «la rabbia di Paolo: presentato Gesù Cristo ma non crocifisso». «L’altra tentazione è la croce senza Cristo, l’angoscia di rimanere giù, abbassati, col peso del peccato, senza speranza. È una specie di “masochismo” spirituale. Solo la croce, ma senza speranza, senza Cristo. È un mistero di tragedia, no? Possiamo pensare alle tragedie pagane». Ma «la croce è un mistero d’amore, la croce è fedele, la croce è nobile» (…)” (Omelia, Casa Santa Marta, 14 settembre 2017)

 

B)     Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,5-11)

 

C)     Commento:

Bergoglio torna a parlare nelle sue meditazioni quotidiane dalla Casa S. Marta. Se qualcuno si era illuso che qualche cardinale, approfittando della pausa estiva, per cautela fosse riuscito a non far parlare più Bergoglio da S. Marta, si deve ricredere.

Lo spirito che è in Bergoglio non si ferma. E quando può esprimersi nella libertà, fuori dagli schemi dei discorsi preparati dai suoi collaboratori, da il meglio di sé. In quei momenti lo spirito di Bergoglio manifesta apertamente il suo pensiero e la sua natura anticristica e anticristiana.

In questa prospettiva, giorno migliore per tornare a parlare non poteva essere scelto. Bergoglio torna a parlare nel giorno dell’esaltazione della Santa Croce. E tutti coloro che hanno seguito nel tempo i suoi discorsi, non dimenticano certo ciò che Bergoglio ha detto in questo tempo con riferimento alla Croce di Cristo.

Ipse dixit. Lo ha detto proprio lui. I discorsi sotto elencati sono tutti di Bergoglio. Non si sono sbagliati né i lettori a capire né i giornalisti a riportare le sue parole. A proposito della Croce Bergoglio ha detto: 1) La croce è uno scandalo; 2) “La Via Crucis è la storia del fallimento di Dio”; 3) Cristo crocifisso sulla falce e martello è “arte di protesta”; 4) “La pazzia della croce, cioè l’annientamento del Figlio di Dio”; 5) “La pienezza di Dio è una pienezza annientata in croce”; 6) Gesù e “la sua immagine ignominiosa”; e, dulcis in fundo, la “chicca”: 7) Sulla croce Gesù “si è fatto diavolo”.

Di cosa dobbiamo parlare ancora? Ogni commento è ora totalmente superfluo.

Inoltre, il 14 settembre del 2014, Bergoglio ha detto ancora: “La Croce di Gesù esprime tutta la forza negativa del male”. L’anno successivo, il 14 settembre 2015, Bergoglio, a scanso di equivoci, ha aggiunto: “Gesù… si è fatto come un serpente, brutto che fa schifo”.

Quindi, che cosa si dovrebbe commentare oggi? Le frasi ipocrite di Bergoglio che ora vorrebbe far credere che “la croce è mistero d’amore”? O la bestemmia proferita ora contro Nicodemo che per Bergoglio (ma solo per Bergoglio) riteneva che Gesù fosse “solo un maestro e niente più”, quindi non il Cristo, non il Figlio di Dio?

Ma chi ancora crede all’ipocrisia e alle menzogne di Bergoglio, che dice e “sdice”? Solo chi, volutamente, non vuole vedere o chi, volutamente, non vuole sentire.

Come giustamente dice l’evangelista Matteo, citando il profeta Isaia: “E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi…” (Mt 13,14-15).




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