“Gesù… si è fatto come un serpente, brutto che fa schifo”

 

A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:

«Lui (Gesù) è venuto per prendere su di sé tutti i nostri peccati», diventando «il più grande peccatore senza aver fatto alcun peccato». Così Paolo ci dice che Gesù si è fatto peccato per noi: riprendendo la figura, dunque, Cristo si è fatto serpente. «è brutto!» … «Lui si è fatto peccato per salvarci: questo significa il messaggio della liturgia della Parola di oggi». E’ esattamente «il percorso di Gesù: Dio si è fatto uomo e si è addossato il peccato». Nella lettera ai Filippesi (2, 6-11), proposta dalle letture odierne, Paolo spiega questo mistero, anche perché, ha fatto notare il Papa, voleva loro molto bene: «Pur essendo nella condizione di Dio, Gesù non ritenne un privilegio di essere come Dio ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini; umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce». … «annientò se stesso: si è fatto peccato per noi, Lui che non conosceva peccato». Questo, perciò, «è il mistero» e noi «possiamo dire: si è fatto come un serpente, brutto che fa schifo, per modo di dire»” (Omelia, Casa Santa Marta, 14 settembre 2015)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

…il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,6-11)

 

C) Commento:

Bergoglio nuovamente parlando della croce umilia Gesù e il Suo sacrificio salvifico. Bergoglio parla di Gesù in modo sprezzante, facendolo apparire ciò che non è e mai sarà.

Affermare che Gesù “si è fatto brutto come un serpente” e definire Gesù “brutto da fare schifo” è un insulto e una grave bestemmia.

Nessun “modo di dire” giustifica la gravità e lo sprezzo usato verso Gesù.
Nessuno direbbe a colui che si ama che è “brutto da fare schifo”, neanche per modo di dire.

Se si ama una persona, più della stessa propria vita, certe frasi non si dovrebbero neppure pensare, non solo dire. Se Bergoglio le dice è perché non ama Gesù ma lo disprezza; e in particolare disprezza il suo sacrificio di croce, come già più volte Bergoglio ha manifestato ogni qual volta ha dovuto parlare del sacrificio di croce di Gesù.

Inoltre, per l’ennesima volta Bergoglio, cita la Sacra Scrittura cambiando le parole originali.

San Paolo nella lettera ai Filippesi non dice che Gesù “non ritenne un privilegio di essere come Dio ma svuotò se stesso” ma dice: “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso“. Nessuno può cambiare le parole della Sacra Scrittura.

San Paolo non ha mai parlato di “privilegio” (come se Gesù fosse un privilegiato) né ha considerato il Suo donarsi all’umanità uno “svuotamento“: Gesù per Amore si è donato all’umanità, per Amore, solo per Amore.
Chi si spoglia, si dona, dona tutto ciò che ha, e non lo tiene per sé; chi si svuota, perde la propria essenza e non è più, è finito. Ma Gesù mai finisce e mai finirà: Gesù vive in eterno; si dona per far vivere in eterno.

Quindi chi è che manipola e cambia le parole per confondere le persone? Bergoglio. Gravissimo è cambiare le parole della Sacra Scrittura. Dice San Giovanni nell’Apocalisse: “Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro” (Ap 22,18-19). Se tutto ciò vale per il Libro dell’Apocalisse, che cosa accadrà a chi manipola le parole della Sacra Scrittura per confondere i piccoli e i semplici e privare loro della città santa e dell’Albero della Vita, Cristo Vita? “Sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!” (Mt 26,24b).




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