L’inganno del “Dialogo Interreligioso”

 

A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:

Gentili Signori e Signore, sono lieto di ricevere la vostra delegazione, ospite del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, venuta in Vaticano ad esplorare le vie per la creazione di un Gruppo di lavoro permanente per il dialogo tra questo Dicastero e la Commissione Palestinese per il Dialogo Interreligioso.
Se per la Chiesa Cattolica è sempre una gioia costruire ponti di dialogo con comunità, persone e organizzazioni, è certamente una gioia particolare farlo con personalità religiose e intellettuali palestinesi.
La Terra Santa è per noi cristiani la terra per eccellenza del dialogo tra Dio e l’umanità. Un dialogo culminato a Nazareth tra l’Angelo Gabriele e la Vergine Maria, avvenimento al quale fa riferimento anche il Corano.
Il dialogo continua poi in maniera singolare tra Gesù ed il suo popolo in rappresentanza dell’umanità intera. Infatti, Gesù è il Verbo di Dio e il suo parlare agli uomini e alle donne è, per riprendere le parole di un esponente musulmano, “il dialogo di Dio con l’umanità”.
Il dialogo si instaura a tutti i livelli: con sé stessi, attraverso la riflessione e la preghiera, in famiglia, all’interno della comunità religiosa, tra le diverse comunità religiose, e anche con la società civile. La sua condizione primaria è il rispetto reciproco e, nello stesso tempo, mirare a consolidare questo rispetto al fine di riconoscere a tutte le persone, ovunque si trovino, i loro diritti. Dal dialogo scaturisce una maggiore conoscenza reciproca, una maggiore stima reciproca ed una collaborazione per il conseguimento del bene comune e per una azione sinergica nei confronti delle persone bisognose, garantendo loro tutta l’assistenza necessaria. (…) ” (Saluto ai partecipanti alla riunione del Comitato Permanente per il Dialogo con personalità religiose della Palestina, promossa dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Roma, Aula Paolo VI, 6 dicembre 2017)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,14-16)

 

C) Commento:

Bergoglio prosegue nel suo progetto di costruire una nuova religione mondiale. Per fare questo continua nel suo lavoro di mediazione per cercare di mettere d’accordo i leader religiosi ed evitare che vi siano conflitti sia con i cristiani (ma a questo pensa lo stesso Bergoglio, chiedendo ai cristiani di essere umili, che per Bergoglio significa stare zitti e sottomessi a tutti) ma anche tra mussulmani e buddisti (come fatto di recente nel suo viaggio in Myanmar), ma anche tra mussulmani ed ebrei (ed ecco l’incontro con le personalità religiose della Palestina).

Bergoglio agisce da vero politico, da mediatore tra tutte le religioni esistenti, non come il custode della cristianità, non come chi vuole portare il cristianesimo a tutte le genti, come richiesto da Gesù. Bergoglio vuole prima dare l’esempio, svendendo il primato del cristianesimo, affinché poi gli altri leader religiosi possano fare, ciascuno per la propria parte, la stessa cosa, affinché tutti si fondano di conseguenza in una nuova religione mondiale, dove ognuno perde la propria identità e caratteristiche, per dare vita, tutti insieme, ad una nuova forma di religione “umana” (e non più divina) che si fonda su concetti “umanamente” accettabili, “politicamente corretti” quali il dialogo, la pace, l’amore, la solidarietà, la difesa dell’ambiente, l’aiuto ai poveri e altro.

Per fare ciò Bergoglio si serve di parole e iniziative quali l’ “ecumenismo” e il così detto “dialogo interreligioso”, che hanno in realtà il solo scopo di annullare il Progetto divino di Salvezza voluto da Dio Padre, che si compie solo in Cristo. Solo quando Cristo sarà riconosciuto da tutte le genti come Dio vi potrà essere la vera pace, il vero amore, la vera solidarietà, il vero aiuto ai poveri, il vero rispetto per l’ambiente e tutto il resto.

Non si può dialogare per svendere la Verità, che è Cristo. Non si possono, come si dice, costruire ponti (di dialogo) costruiti al prezzo della svendita della Verità assoluta, che è Cristo, il Dio cattolico.

Per i cristiani vi sono dei principi e dei valori che non si possono e non si devono negoziare, che non sono oggetto né di vendita né di svendita. Cristo e la fede in Cristo è il bene primario per ogni cristiano, che mai può essere negoziato. Meglio costruire muri a difesa di ciò che non deve essere svenduto piuttosto che costruire ponti di dialogo che, non fondati sulla Verità, sono destinati a crollare e quindi a far morire.




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