Prevost come Bergoglio
A) Testi dei discorsi di Prevost:
“[…] Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. […]
Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo. […]
Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità.
Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi.”
(Celebrazione per l’inizio del Papato, Piazza San Pietro, 18 maggio 2025)
“Cari fratelli e sorelle! Con grande gioia rivolgo il mio saluto cordiale a tutti voi, Rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali, come pure di altre religioni, che avete voluto prendere parte alla celebrazione inaugurale del mio ministero di Vescovo di Roma e Successore di Pietro. […]
Uno dei punti forti del pontificato di Papa Francesco è stato quello della fraternità universale. Su questo lo Spirito Santo lo ha davvero “spinto” a far avanzare a grandi passi le aperture e le iniziative già intraprese dai Pontefici precedenti, soprattutto a partire da San Giovanni XXIII. Il Papa della Fratelli tutti ha promosso sia il cammino ecumenico sia il dialogo interreligioso, e lo ha fatto soprattutto coltivando le relazioni interpersonali, in modo tale che, senza nulla togliere ai legami ecclesiali, fosse sempre valorizzato il tratto umano dell’incontro. Dio ci aiuti a fare tesoro della sua testimonianza! […]
Consapevole, inoltre, che sinodalità ed ecumenismo sono strettamente collegati, desidero assicurare la mia intenzione di proseguire l’impegno di Papa Francesco nella promozione del carattere sinodale della Chiesa Cattolica e nello sviluppo di forme nuove e concrete per una sempre più intensa sinodalità in campo ecumenico.
Il nostro cammino comune può e deve essere inteso anche in un senso largo, che coinvolge tutti, nello spirito di fraternità umana a cui accennavo sopra. Oggi è tempo di dialogare e di costruire ponti. E pertanto sono lieto e riconoscente per la presenza dei Rappresentanti di altre tradizioni religiose, che condividono la ricerca di Dio e della sua volontà, che è sempre e solo volontà d’amore e di vita per gli uomini e le donne e per tutte le creature.
Voi siete stati testimoni dei notevoli sforzi compiuti da Papa Francesco in favore del dialogo interreligioso. Attraverso le sue parole e le sue azioni, ha aperto nuove prospettive di incontro, per promuovere «la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio» (Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019). […]
I rapporti tra la Chiesa Cattolica e i musulmani sono stati segnati da un crescente impegno per il dialogo e la fraternità, favorito dalla stima per questi fratelli e sorelle «che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini» (ibid., 3). […] In un mondo ferito dalla violenza e dai conflitti, ognuna delle comunità qui rappresentate reca il proprio apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell’umanità e la salvaguardia della casa comune. Sono convinto che, se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire “no” alla guerra e “sì” alla pace, “no” alla corsa agli armamenti e “sì” al disarmo, “no” a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e “sì” allo sviluppo integrale.
La testimonianza della nostra fraternità, che mi auguro potremo mostrare con gesti efficaci, contribuirà certamente a edificare un mondo più pacifico, come desiderano in cuor loro tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Carissimi, grazie ancora della vostra vicinanza. Invochiamo nei nostri cuori la benedizione di Dio: la sua infinita bontà e sapienza ci aiuti vivere come figli suoi e fratelli e sorelle tra di noi, perché cresca nel mondo la speranza. Vi ringrazio di cuore.
(Discorso ai rappresentanti di altre Chiese e di altre Religioni, Sala Clementina, Rima, 19 maggio 2025)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto»” (Mt 4,10)
“Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21)
“Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.” (2Tm 2,10)
“Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda” (Mt 24,15)
“Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita” (Ap 13,11-12)
C) Commento:
Pronti, via! Inizia il nuovo pontificato (con la prima celebrazione e con il primo discorso ai rappresentanti di altre chiese e di altre religioni) e subito si manifesta la perfetta continuità tra il cuore dell’insegnamento dell’uno con l’insegnamento dell’altro. Perché non vi è un “uno” e un “altro” ma vi è un unico sistema che è entrato nel luogo santo e che manifesta il mistero dell’abominio della desolazione, che tanti si ostinano a non voler vedere nonostante gli avvertimenti di Gesù e della Sacra Scrittura.
Il cuore dell’abominio della desolazione è la “civiltà dell’amore” insegnata da Sai Baba che Bergoglio prima e ora Prevost (favoriti dall’azione preparatoria di Giovanni XXIII) sintetizzano in “fratelli tutti”, nell’insegnamento ingannevole della fratellanza universale, cuore dell’eresia diabolica, diffusa da Bergoglio (cfr. La manifestazione dello spirito di Bergoglio e della sua nuova “religione” mondiale) dapprima con il videomessaggio del 6 gennaio 2016 (cfr. Il falso amore di Bergoglio allontana da Cristo e porta a Sai Baba) e poi resa ufficiale con i documenti sottoscritti che negano l’abrogazione della prima Alleanza tra Dio e il popolo ebraico (cfr. L’alleanza del popolo ebreo con Dio non è mai stata revocata), che stabiliscono che “Il pluralismo e le diversità di religione sono una sapiente volontà divina” e che sanciscono che “Tutti insieme, ciascuno praticando la propria religione, possiamo camminare alla ricerca di Dio”.
Questo insegnamento rappresenta la più grave bestemmia contro lo Spirito Santo, perché così facendo si svende il Sacrificio salvifico di Cristo sulla Croce e ci si pone contro l’Azione e il Pensiero di Dio Padre Onnipotente nella storia della Salvezza: aver inviato il Suo Unigenito Figlio affinché il mondo si possa salvare solo e soltanto tramite Lui.