Negli auguri di Natale Bergoglio ribadisce alla curia romana le priorità della sua chiesa: custodire la “casa comune” e fare comunione con l’Islam, l’Ebraismo e le altre religioni
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“La Curia e il rapporto con le Nazioni
(…) La Santa Sede quindi è presente sulla scena mondiale per collaborare con tutte le persone e le Nazioni di buona volontà e per ribadire sempre l’importanza di custodire la nostra casa comune (…)
La Curia e l’Ebraismo, l’Islam, le altre religioni
Il rapporto della Curia Romana con le altre religioni si basa sull’insegnamento del Concilio Vaticano II e sulla necessità del dialogo. «Perché l’unica alternativa alla civiltà dell’incontro è l’inciviltà dello scontro». Il dialogo è costruito su tre orientamenti fondamentali: «il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni. Il dovere dell’identità, perché non si può imbastire un dialogo vero sull’ambiguità o sul sacrificare il bene per compiacere l’altro; il coraggio dell’alterità, perché chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di strada, nella genuina convinzione che il bene di ciascuno risiede nel bene di tutti; la sincerità delle intenzioni, perché il dialogo, in quanto espressione autentica dell’umano, non è una strategia per realizzare secondi fini, ma una via di verità, che merita di essere pazientemente intrapresa per trasformare la competizione in collaborazione» (…)” (Presentazione degli auguri natalizi della curia romana, 11 dicembre 2017)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Perché, se fate apostasia e vi unite al resto di queste nazioni che sono rimaste fra di voi e vi imparentate con loro e vi mescolate con esse ed esse con voi, allora sappiate che il Signore vostro Dio non scaccerà più queste genti dinanzi a voi, ma esse diventeranno per voi una rete, una trappola, un flagello ai vostri fianchi; diventeranno spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il Signore vostro Dio vi ha dato” (Gs 23,12-13)
C) Commento:
Bergoglio prepara i suoi “confratelli” della curia romana a celebrare il Natale di Cristo portando tutti nuovamente sulla via che porta alla sua nuova religione mondiale, alla sua “casa comune” delle nazioni. Una casa “mondialista” dove il padrone non è più Cristo e il Suo Santo Spirito, ma un altro spirito, un nuovo umanesimo che con l’inganno allontana da Cristo e dal cristianesimo.
Bergoglio parla apertamente della necessità di unirsi con l’Ebraismo, la cui Alleanza con il Padre, secondo Bergoglio, non è mai stata revocata (cfr. L’alleanza del popolo ebreo con Dio non è mai stata revocata; “L’irrevocabilità dell’Antica Alleanza e l’amore costante e fedele di Dio per Israele”); con l’Islam e con le altre religioni, attraverso “una via di verità che merita di essere pazientemente intrapresa per trasformare la competizione in collaborazione”. Ma per i cristiani non serve percorrere “una” via di verità, perché i cristiani hanno già trovato “la” Via e “la” Verità. I cristiani veri, ma non Bergoglio e la sua chiesa.
Inoltre Bergoglio manifesta la sua ipocrisia quando parla del “dovere dell’identità” che va preservata. Da tempo la chiesa di Bergoglio ha perso l’identità di Cristo, la vera impronta cristiana, avendola svenduta per perseguire un altro progetto che vorrebbe portare tutte le religioni a fondersi e ad unirsi, come manifestato nel video messaggio diffuso (clamorosamente) da Bergoglio nel giorno dell’Epifania di Cristo.
Infine Bergoglio, data la sua ipocrisia manifesta, è l’ultima persona che può parlare di “sincerità”. In Bergoglio non vi è alcuna “sincerità”, né di dialogo né di altro. Bergoglio è animato da uno spirito menzognero, lo spirito di chi mente sapendo di mentire, pur di non manifestare apertamente la reale natura del suo spirito e del vero progetto che lo anima: portare la cattolicità alla distruzione, devastandola dall’interno e facendola devastare dall’esterno.