Bergoglio e i migranti: “Non basta aprire il cuore. Bisogna riceverli ma anche integrarli… favorendo il ricongiungimento familiare, con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti”

 

A)     Testo del discorso :

Fausto Gasparroni, dell’Ansa:
Santità, a nome del gruppo italiano voglio fare una domanda sulla questione migranti …. Vorremmo sapere … soprattutto cosa pensi Lei appunto di questa politica di chiusura delle partenze, considerando anche il fatto che poi i migranti che restano in Libia – come è stato anche documentato da inchieste – vivono in condizioni disumane, in condizioni molto, ma molto precarie. Grazie.
Bergoglio:
… io sento il dovere di gratitudine verso l’Italia e la Grecia, perché hanno aperto il cuore ai migranti. Ma non basta aprire il cuore. Il problema dei migranti è, primo, cuore aperto, sempre. E’ anche un comandamento di Dio, di accoglierli, “perché tu sei stato schiavo, migrante in Egitto” (cfr Levitico 19,33-34): questo dice la Bibbia. Ma un governo deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho? Secondo: non solo riceverli, ma anche integrarli. Integrarli
” (Conferenza Stampa durante il volo di ritorno dalla Colombia, 11 settembre 2017)

“(…) Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore.[12] Tra queste dimensioni va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa. Molti migranti e rifugiati hanno competenze che vanno adeguatamente certificate e valorizzate. Siccome «il lavoro umano per sua natura è destinato ad unire i popoli»,[13] incoraggio a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali. Nel caso di minori migranti, il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di essere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro normale crescita. Nel 2006 Benedetto XVI sottolineava come nel contesto migratorio la famiglia sia «luogo e risorsa della cultura della vita e fattore di integrazione di valori».[14] La sua integrità va sempre promossa, favorendo il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici. Nei confronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disabilità, vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti. Pur considerando encomiabili gli sforzi fin qui profusi da molti paesi in termini di cooperazione internazionale e assistenza umanitaria, auspico che nella distribuzione di tali aiuti si considerino i bisogni (ad esempio l’assistenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità” (Messaggio per la 104ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, 15 agosto 2017)

 

B)     Riferimenti alla Sacra Scrittura

Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio” (Mt 2,13-15)

 

C)     Commento:

Bergoglio interviene nuovamente sul tema dell’immigrazione, come ha fatto ripetute volte in passato, facendo anche affermazioni scandalose che hanno fatto aprire gli occhi a tanti, cristiani e non cristiani (cfr. L’ “invasione araba” rende i peccati “bianchi come la neve”).

A tanti infatti è ormai chiaro che l’obiettivo di Bergoglio non è quello di aiutare i migranti. Il suo obiettivo è creare il caos, creare tensione sociale: creare il caos favorendo l’immigrazione di persone di religione islamica in paesi di religione cristiana, così da poter realizzare il suo progetto, quello di istituire di fatto una nuova religione mondiale che mette insieme cristiani e mussulmani, ebrei, buddisti e induisti. Tutti insieme, prendendo un po’ dall’uno e un po’ dall’altro, svilendo ogni singolo credo religioso e tradendo soprattutto la volontà di Dio Padre.

La strategia di Bergoglio è chiara. Bergoglio fa credere di voler aiutare i migranti. In realtà a Bergoglio interessano solo i migranti di fede mussulmana, che migrando, invadono gli stati di religione cristiana, che già versano in condizioni precarie a causa dei problemi economici, sociali e politici. A questi gravi problemi, si aggiungono così le problematiche di natura religiosa. Così che la religione, anziché essere l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi per non affondare, diventa la goccia che fa traboccare un vaso già colmo. Ma è proprio in questa situazione drammatica che Bergoglio, ponendosi quale leader religioso non cristiano ma mondiale, interviene per risolvere a modo suo ogni problema: creare una nuova religione mondiale che unisce tutti nel nome di un unico “dio”, che dona a tutti una apparente condizione di pace.

In questo suo progetto Bergoglio avanza spedito. Nel documento scritto per la giornata mondiale dei migranti del 14 gennaio 2018, Bergoglio dice ciò che gli stati occidentali (a prevalenza cristiana) devono fare: 1) accogliere; 2) proteggere; 3) promuovere; 4) integrare i migranti, arrivando ad affermare esplicitamente che “tra queste dimensioni va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa”. Quindi a tutti i migranti (che sono di fede mussulmana) va garantito il diritto di praticare la propria fede nei paesi che li accolgono (che sono a prevalenza cristiana). Inoltre, se ciò non bastasse, Bergoglio afferma che si deve favorire “il ricongiungimento familiare, con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti”. Quindi, quando arriva un migrante, riconoscere il diritto che la sua famiglia (allargata a nonni e nipoti!) lo raggiunga. Poi altri diritti: istruzione, cure sanitarie, lavoro, ecc. Diritti. Solo diritti. Mai Bergoglio parla dei “doveri”. Mai Bergoglio porta l’esempio di come si sono comportati la Madonna, San Giuseppe e Gesù quando sono emigrati in Egitto, ponendosi con rispetto ed educazione santa nei confronti di chi li ha accolti. Mai Bergoglio parla dei doveri che i migranti devono avere nei confronti di chi li accoglie. Solo diritti. Mai un dovere.

Ma questo vale solo per i migranti di fede mussulmana che migrano nei paesi cristiani.

Infatti, cosa dice Bergoglio a difesa dei migranti cristiani che vivono nei paesi a prevalenza mussulmana? Nulla. Quali diritti? Nessun diritto. Cosa dice o fa Bergoglio per aiutare i cristiani perseguitati? Nessuna parola di conforto. Nessuna azione concreta per aiutare i cristiani a sopravvivere alla persecuzione o a poter praticare liberamente la propria fede. Questo è ciò che sta succedendo in tanti paesi di fede mussulmana dove vivono numerose comunità cristiane, dove i cristiani sono messi a morte a causa della loro fede, dove anche i bambini sono costretti a pregare il Corano per poter mangiare, dove le chiese cristiane sono abbattute, non costruite.

La realtà è che a Bergoglio non importa nulla dei migranti. Bergoglio si serve del problema dei migranti per difendere e portare avanti ciò che fa comodo ai suoi interessi particolari.

Un vero padre dovrebbe prima pensare ai suoi figli e poi alle altre creature. Invece Bergoglio, che dovrebbe agire come il padre dei cristiani, difende i mussulmani e lascia morire i cristiani.

Ancora una volta la chiesa di Bergoglio dimostra di essere una vera matrigna cattiva per tutti i cristiani (cfr. La chiesa di Bergoglio vera matrigna dei cristiani), così come aveva profetizzato l’Evangelista Giovanni nel libro dell’Apocalisse, dove la chiesa di Roma è descritta come la prostituta che “è ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Ap 17,6).




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