Il Martirio dei figli di Maria e Cristo
Dopo averla trovata, testimoniare e difendere la Verità diventa la ragione di vita di tanti: testimoniare e difendere la Verità nei tempi che Dio Padre ha annunciato come i “tempi duri e difficili” (Libretto, Una Culla per Gesù Bambino nella Terra di Gallinaro, pag.19) in cui non resta, alla fine, che invocare la Misericordia di Dio (esplicitata nell’invocazione “Signore pietà“); testimoniare e difendere la Verità nei tempi in cui Cristo, Luce del mondo, viene con la Sua “Presenza ad illuminare questa umanità arida e smarrita, affinché la Sua luce apra gli occhi a chi non Lo vuol vedere, la mente a chi non Lo vuol capire e, soprattutto, il cuore a chi non Lo vuol amare” (Preghiera rivelata da Gesù a Giuseppina Norcia).
Testimoniare e difendere la Verità nei tempi in cui tutto ciò si compie è donare la Vita.
E’ per Amore della Verità che tutto ciò si compie.
Cristo ritorna nella Terra di Gallinaro, in questo Mistero di salvezza, per nascere, manifestarsi e dimorare eternamente nei cuori di coloro che lo accolgono con fede, dopo essere stato accolto con fede nel Cuore di Colei che per prima è stata chiamata dal Padre ad accoglierLo, l’Eterna Fanciulla, la Donna prescelta da Dio per dare alla Luce il Mistero di Dio nella Culla che Dio chiama “la Colonna di Luce, l’Isola Bianca, il Castello delle anime, il Centro della Misericordia infinita, la Nuova Gerusalemme, preparata per l’Era dello Spirito Santo per il Compimento di Pace” (Rivelazione di Dio a Giuseppina).
Il Padre nella Sua infinita misericordia dona al mondo questa Terra d’Amore, dove Maria e Gesù si sono manifestati, si manifestano e sempre si manifesteranno a tutti gli uomini di buona volontà che aprendo gli occhi, la mente e soprattutto il cuore a Cristo, Luce del mondo, vogliono e vorranno accogliere questo Mistero di salvezza per il compimento delle promesse del Padre: annientare il Male dal mondo.
Questa è la testimonianza dei figli di Maria e di Cristo, cristiani cattolici della Nuova Gerusalemme. Questa è la testimonianza di tanti che nel corso degli anni hanno sperimentato e sperimentano la Presenza di Dio in questa Terra d’Amore e che, contenendo tutto ciò nel cuore, hanno compreso e comprendono ora l’essenza della Vita, del dono che il Padre, tramite Maria, ha fatto all”umanità.
Tuttavia, come già accaduto in precedenza, la Luce viene nel mondo e non è accolta.
“Tali fatti, che tendono a presentarsi come straordinari o soprannaturali … non risultano tali né per origine, né per natura, né per contenuto (cfr. Bollettino Ufficiale della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, gennaio-giugno 1992)“, (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Nella “Piccola Culla del Bambino Gesù”, edificata per volere di Dio, Dio invita i suoi figli a pregare per esservi accolti perché “questa Culla sarà il Tabernacolo” di Dio (preghiera rivelata a Giuseppina, 1994). I sacerdoti di questo tempo, sostengono invece che “la Cappellina, edificata in Gallinaro, non è idonea alle celebrazioni liturgiche le quali, pertanto, vi sono vietate” (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Dio, come sempre accade nella Sua storia, mai abbandona i Suoi figli. E nella Sua infinita misericordia, si manifesta come Padre, come Figlio e come Spirito Santo, per confermare ed esplicitare quanto già affermato nel corso della Sua Storia. Dio è Re della Storia. Mai Dio potrà essere rinchiuso e racchiuso in un Libro, per quanto santo. Dio per mezzo del Suo Spirito svela e rivela, fa comprendere, secondo i Suoi modi e i Suoi tempi. Nessuno può presumere di ingabbiare lo Spirito di Dio e impedire a Dio di rivelarsi nella storia. E Gesù, per volere del Padre, rivela al mondo il Luogo e le modalità del Suo ritorno nel compimento del Mistero di salvezza del Padre. Ma i sacerdoti di questo tempo sentenziano che “i messaggi diffusi non possono essere considerati “rivelazioni divine”, ma semplici meditazioni personali” (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Dio vuole che la storia di questo Luogo sia scritta in un piccolo libro. Il Libretto “Una Culla per Gesù Bambino nella Terra di Gallinaro” dapprima è dolce (accettato e diffuso da tanti) ma poi diventa amaro (per le conseguenze e il contenuto della profondità delle rivelazioni ivi contenute). Scritto sotto l’azione dello Spirito di Dio, che si serve anche di un sacerdote timorato di Dio (Mons. E.C.) chiamato per primo ad approfondire i fatti e le rivelazioni di Dio a Giuseppina, il piccolo libro viene in seguito messo al bando dai sacerdoti del tempio, in quanto “il libretto di preghiera di Gesù Bambino che viene distribuito ad alcuni pellegrini non è conforme alle vigenti norme canoniche e liturgiche e, come tale, non può essere diffuso” (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Gesù vuole che i figli di Gesù Bambino della Nuova Gerusalemme si rechino presso la Sua Culla e si uniscano in preghiera, “per impetrare le Grazie promesse da Gesù Bambino a Giuseppina Norcia per coloro che ivi pregano insieme” (Libretto, pag.1). Gesù dice che “per poter superare qualsiasi prova vi sono due mezzi indispensabili: la preghiera e l’unione fraterna” (Rivelazione di Gesù a Giuseppina Norcia, 1988). Quindi i fratelli della Nuova Gerusalemme si radunano e formano spontaneamente dei gruppi di preghiera. Ma i sacerdoti del tempio sentenziano che “i cosiddetti “gruppi di preghiera” di Gesù Bambino sono sorti per iniziativa privata e quindi non hanno nessun riconoscimento canonico” (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Infine, Gesù chiede che nel Luogo dove centinaia di migliaia di fedeli accorrono ogni anno (oltre un milione nell’anno 2011) per pregare e vivere le grazie promesse da Gesù Bambino, sia costruita una casa di accoglienza per tutti i figli di Dio, denominata “Casa Serena del Bambino Gesù”. Immediatamente, l’ordinario e i sacerdoti del tempio e del tempo si affrettano a precisare che, prendendo le distanze dall’iniziativa, “l’organizzazione di raccolte di fondi a scopo di culto è soggetta all’approvazione da parte della competente autorità ecclesiastica” (Notificazione della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, 2001).
Tutto questo già era, è e sarà, in perfetta continuità, così come in perfetta continuità erano, sono e saranno gli Strumenti prescelti da Dio per il realizzarsi delle promesse del Padre che in questo Mistero si compiono. Non c’è un prima e un dopo: il prima e il dopo sono fusi nell’Unico Mistero di Dio che, preannunciato per tempo, ora si manifesta per compiersi nella totalità.
“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1, 10-11).
Gesù, nella sua infinita sapienza, già annunciò tutto ciò a Giuseppina, in una rivelazione del 1994, quando volle parlare al mondo, per il tramite della Sua Donna, del Suo ritorno:
“Oggi voglio parlarvi del Mio ritorno perché non voglio che accada come per la mia nascita. Tanti profeti avevano annunciato la nascita del Messia. Il Padre aveva fatto conoscere per mezzo dei profeti anche la città dove sarei nato. I sommi sacerdoti, depositari della parola di Dio, ben sapevano che il Messia stava per nascere. … Il Padre mandò dei segni nel Cielo; gli angeli cantarono la gloria di Dio; ma, corsero forse a vedere il Figlio di Dio i dotti? I sapienti? I sacerdoti? No. Soltanto i pastori, gli umili pastori ascoltarono l’annuncio e vennero a rendere omaggio al Figlio di Dio”, dice Gesù in un messaggio rivelato a Giuseppina. “Io nascevo nella terra che il Padre aveva donato al suo popolo ma i governanti di quel popolo non mi accolsero. Tre saggi di paesi lontani capirono che un evento straordinario stava per compiersi e senza capire bene si misero in viaggio e mi trovarono. Mi trovarono perché volevano trovarmi“.
Questo è ciò che accadde allora. Quindi, chi accolse il Figlio di Dio? I piccoli e umili pastori. I pastori che si fanno piccoli e umili, come le pecorelle, per accogliere il Pastore. Se il pastore non diventa umile, piccolo come le pecorelle, come i piccoli agnellini, non può riconoscere il Pastore che viene per pascere il Suo gregge santo.
“A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo ma da Dio sono stati generati” (Gv 1, 12-13).
Il Padre manda Suo Figlio nella Terra di Gallinaro nelle sembianze di Bambino e coloro che hanno vissuto e vivono il Mistero di Dio testimoniano con la propria vita la veridicità di questo Mistero.
I figli di Gesù e Maria vogliono rimanere fedeli ai Loro insegnamenti autentici “in questi nostri tempi, nei quali ci troviamo di fronte al più formidabile attacco che satana abbia mai sferrato contro Cristo e la Chiesa” (Mons. E.C., Libretto, pag.10). I frutti di questo attacco, preannunciato da tanti messaggeri che Dio ha inviato nella storia, sono ora sotto gli occhi di tutti. Se si ha la forza di accogliere la Luce di Cristo, che viene per dimorare nei cuori di tutti coloro che lo accolgono, gli occhi si aprono e vedono; le menti si aprono e comprendono; i cuori si aprono e vivono. E così si comprenderà quale Cortile della Chiesa consentirà agli inferi di non prevalere sulla Chiesa di Cristo. “Nella chiesa vi sono diversi cortili: quello dei sacerdoti, quello dei benpensanti, quello dei trafficanti. Fra questi cortili della chiesa, vi è il vostro cortile, l’Isola bianca, dove Io difenderò la purezza della Fede. In questo nuovo tempio né il sinedrio, né il mondo, avranno autorità perché l’ho preservato unicamente per Me, per ciò che si dovrà compiere” (Rivelazione di Gesù a Giuseppina Norcia).
Questo è il martirio dei figli di Maria e di Cristo.
Tanti vorrebbero cancellare l’azione dei martiri di Dio, che al Cuore di Dio chiedono giustizia e pace. Ai cuori giusti Dio donerà pace. E a tutti coloro che quotidianamente si adoperano per cancellare il ricordo di tutti i cristiani che quotidianamente si sono adoperati e si adoperano affinché Cristo vinca, Dio farà giustizia.
Questo è il martirio, che con gioia e amore, con obbedienza amorevole e filiale al Padre, i figli di Maria e di Cristo vogliono vivere, rinnovare e testimoniare, con coraggio santo, sull’esempio del fratello Santo Stefano, primo martire della Cristianità, Colui che ha voluto testimoniare il Suo Amore per Cristo offrendo la propria vita, senza timore di affrontare chi, forte di fronte agli uomini, nulla ha potuto, può e potrà dinnanzi a Dio.
I testimoni per Amore dell’Amore, sull’esempio di Maria, martire dell’Amore per eccellenza, abbracciano la croce. Maria ha custodito il Figlio, ha amato il Figlio, ama il Figlio, lo ha donato e continuamente lo dona per tutti coloro che animati dalla buona volontà vogliono essere salvati per mezzo del Figlio.
I testimoni per Amore, sull’esempio di Cristo, salgono sulla croce e, una volta saliti, non desiderano scendere ma vogliono compartecipare, offrendo tutto con amore, fino al compimento delle promesse del Padre.
Questo è il martirio dei figli di Maria e di Cristo. Questo è l’esempio che i figli di Maria e di Cristo sono chiamati a trasmettere: un esempio di cristiani veri, fusi nell’Amore di Cristo, quel”L’Amore che ci renda buoni, retti generosi e cristiani autentici” (Libretto, Preghiera a Gesù Bambino, pag.48): cristiani che, sull’esempio di Maria, Colei a cui è stato trafitto il cuore, chiedono di essere trafitti per Amore, affinché questo Amore vero e vivo possa risplendere e abbracciare tutti.
Questo è il coraggio a cui sono chiamati i figli di Dio in questi tempi duri e difficili: il coraggio non dei tiepidi, che sono sul punto di essere vomitati dalla bocca di Dio (Ap 3, 15-16), ma di chi con il cuore caldo testimonia con la propria vita Cristo, Via, Verità e Vita.
Chi è cristiano cattolico della Nuova Gerusalemme non si “vanta dei propri peccati” (J.M. Bergoglio, omelia del 04/09/2014).
Chi è cristiano cattolico della Nuova Gerusalemme non rinnega l’essenza e la sostanza del martirio di Cristo e di Maria sulla e ai piedi della Croce (cfr. Difendiamo la Verità: Bergoglio e il Mistero della Croce – Parte I; Bergoglio e il Mistero della Croce – Parte II) ma si unisce ai tanti fratelli martiri che si sono immolati nel corso della storia di Dio per Amore della Chiesa di Cristo.
Chi è cristiano cattolico della Nuova Gerusalemme non cerca il consenso del mondo: dona la propria vita per perdere il mondo ma per vivere Cristo; dona la propria vita per dimenticare il mondo ma per essere nelle azioni di Dio; dona la propria vita per vivere nel mondo ma non essere del mondo.
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (Gv 15, 18-27).