Bergoglio e il “contrasto” dell’Annunciazione
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“Abbiamo appena ascoltato l’annuncio più importante della nostra storia: l’annunciazione a Maria (cfr Lc 1,26-38). Un brano denso, pieno di vita, e che mi piace leggere alla luce di un altro annuncio: quello della nascita di Giovanni Battista (cfr Lc 1,5-20). Due annunci che si susseguono e che sono uniti; due annunci che, comparati tra loro, ci mostrano quello che Dio ci dona nel suo Figlio.
L’annunciazione di Giovanni Battista avviene quando Zaccaria, sacerdote, pronto per dare inizio all’azione liturgica entra nel Santuario del Tempio, mentre tutta l’assemblea sta fuori in attesa. L’annunciazione di Gesù, invece, avviene in un luogo sperduto della Galilea, in una città periferica e con una fama non particolarmente buona (cfr Gv 1,46), nell’anonimato della casa di una giovane chiamata Maria.
Un contrasto non di poco conto, che ci segnala che il nuovo Tempio di Dio, il nuovo incontro di Dio con il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia” (Omelia Parco di Monza, Visita a Milano, 25 marzo 2017)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te… Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” ” (Lc 1,26-28,31)
“Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso. Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto”. Zaccaria disse all’angelo: “Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”. L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo” ” (Lc 1,5-20)
C) Commento:
Bergoglio si avventura nel commentare l’episodio dell’“Annunciazione” dell’Angelo a Maria proponendo una sua riflessione che mette in contrasto la storia della nascita di Gesù rispetto a quella di Giovanni il Battista.
Bergoglio, in modo subdolo, cerca sempre di mettere i santi della storia di Dio l’uno contro l’altro, evidenziando presunti “contrasti”. Anziché mettere in evidenza ciò che unisce, Bergoglio cerca sempre di creare episodi (che sono solo frutto della sua fantasia) che possano contrapporre, disunire. Ecco lo spirito di divisione che è in Bergoglio che si manifesta in modo evidente.
I veri cristiani sono consapevoli che ciò che per Dio fa la differenza non è il luogo fisico, la dimora fisica dove avviene la chiamata, ma la dimora interiore, il cuore. Dio chiama i Suoi figli in base alla predisposizione del proprio cuore. Questo è ciò che fa la differenza. Non tanto il luogo esteriore ma il cuore, la volontà di mettersi al servizio di Dio e di amarlo con viva volontà, per essere fedeli ai Suoi insegnamenti ed essere veri testimoni della Sua Parola.
In questo Gesù e Giovanni il Battista sono l’esempio più bello che Dio ha donato a tutti i cristiani. Mai Gesù e Giovanni il Battista hanno vissuto “contrasti” tra di Loro. Uniti in modo misterioso fin dalla nascita, sono rimasti uniti nello Spirito fino alla fine.
Bergoglio però la pensa diversamente. Infatti più volte in passato Bergoglio ha cercato di mettere in cattiva luce sia Gesù (cfr. Difendiamo Gesù e il Suo esempio di Vita) sia Giovanni il Battista (cfr. Giovanni Battista ha vissuto “il buio dello sbaglio, il buio di una vita bruciata nell’errore”, “Gesù è diverso anche da Giovanni Battista”, Giovanni Battista e la sua “tortura interiore del dubbio”, Bergoglio contro Giovanni il Battista: “Era proprio nel momento del buio…, nel buio del cuore”, Giovanni il Battista secondo Bergoglio: Gesù “è eretico, non è il Messia che aspettavo”).
In tutta evidenza lo spirito che è in Bergoglio è uno spirito opposto allo Spirito Santo che ha guidato la vita di Gesù e di Giovanni il Battista. Il vero “contrasto” è solo tra questi due spiriti: lo spirito che è in Bergoglio da una parte; lo Spirito che è in Cristo e in Giovanni il Battista dall’altra.