In Bangladesh Bergoglio si inchina davanti ai profughi mussulmani e dice: “La presenza di Dio oggi si chiama anche rohingya”
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“(…) Papa Francesco incontra 16 musulmani della minoranza rohingya e a braccio dice loro: “La presenza di Dio oggi si chiama anche rohingya, che ognuno abbia la sua risposta. La vostra tragedia è molto dura e grande ma le diamo spazio nel nostro cuore. A nome di quelli che vi perseguitano e vi hanno fatto male e per l’indifferenza del mondo chiedo perdono, perdono”. E ancora: “Continuiamo a muoverci perché siano riconosciuti i loro diritti, non chiudendo il nostro cuore. Forse possiamo fare poco per voi”. Lo riferisce il diacono Alberto Quattrucci della Comunità di Sant’Egidio che ha accompagnato il gruppo di 16 profughi all’arcivescovado di Dacca per l’incontro con il Papa. (…) I 16 profughi rohingya fanno parte di tre famiglie profughe. Accompagnati da due traduttori della Caritas, i membri della minoranza musulmana perseguitata in Myanmar, sono stati accolti nel posto d’onore, alla destra del palco.
L’incontro tra papa Francesco e i 16 profughi, 12 uomini e 4 donne, compresi due ragazzini è iniziato con un inchino. Bergoglio infatti quando sono saliti in fila sul palco, dopo il discorso ai leader delle altre religioni, si è inchinato davanti alla prima coppia, ricambiando il loro inchino (…)” (La Repubblica.it, 1 dicembre 2017)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: “Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen”” (Ap 7,11-12)
“Per il resto, fratelli miei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose: guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere! Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù” (Fil 3,1-3)
C) Commento:
In Bangladesh Bergoglio riceve i mussulmani perseguitati, si inchina davanti a loro e li fa sedere sul palco al posto d’onore. Poi Bergoglio dice: “la presenza di Dio oggi si chiama anche rohingya” (che è il nome della comunità dei mussulmani perseguitata).
Ancora una volta la Chiesa di Bergoglio si comporta come madre dei mussulmani, mentre per i cristiani è matrigna, insensibile e priva d’amore. Infatti, mentre si inchina di fronte ai mussulmani perseguitati, Bergoglio ignora il grido di aiuto dei tanti cristiani perseguitati nel nome di Cristo, perseguitati in tanti paesi di fede mussulmana, dove i cristiani sono uccisi perché vogliono inchinarsi solo a Cristo e non a Maometto.
La gravità dei gesti e delle affermazioni di Bergoglio è assoluta. L’affermazione che “la presenza di Dio si chiama rohingya” è una solenne bestemmia. Dio per i cristiani si chiama solo e soltanto Cristo. La presenza di Dio sulla Terra si manifesta – ieri, oggi e sempre – in Cristo, il Figlio unigenito di Dio, e nei Suoi figli, i veri cristiani, non in altre “religioni” nelle quali ognuno può trovare la propria “risposta”, di comodo. Dio Padre ha dato al mondo la Sua unica risposta, universale, per tutti: Cristo.
Un vero cristiano si inchina solo e soltanto a Dio e a Lui solo rende culto. Lo spirito che anima Bergoglio non è cristiano. È anticristiano.