“Il nostro Dio è un lume fioco”

 

A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:

Oggi vorrei soffermarmi sull’esperienza dei due discepoli di Emmaus, di cui parla il Vangelo di Luca (cfr 24,13-35). Immaginiamo la scena: due uomini camminano delusi, tristi, convinti di lasciare alle spalle l’amarezza di una vicenda finita male. Prima di quella Pasqua erano pieni di entusiasmo: convinti che quei giorni sarebbero stati decisivi per le loro attese e per la speranza di tutto il popolo. Gesù, al quale avevano affidato la loro vita, sembrava finalmente arrivato alla battaglia decisiva: ora avrebbe manifestato la sua potenza, dopo un lungo periodo di preparazione e di nascondimento. Questo era quello che loro aspettavano. E non fu così. (…) A Dio non piace essere amato come si amerebbe un condottiero che trascina alla vittoria il suo popolo annientando nel sangue i suoi avversari. Il nostro Dio è un lume fioco che arde in un giorno di freddo e di vento, e per quanto sembri fragile la sua presenza in questo mondo, Lui ha scelto il posto che tutti disdegniamo” (Udienza generale, Piazza San Pietro,  24 maggio 2017)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Mentre si trovavano ancora vicino a Gerusalemme, apparve come condottiero davanti a loro un cavaliere in sella, vestito di bianco, in atto di agitare un’armatura d’oro. Tutti insieme benedissero Dio misericordioso e si sentirono così rafforzati in cuore, che erano pronti ad assalire non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci e mura di ferro. Procedevano in ordine, con un alleato venuto dal cielo, per la misericordia che il Signore aveva avuto di loro. Gettatisi come leoni sui nemici, ne stesero al suolo undicimila e milleseicento cavalieri, tutti gli altri li costrinsero a fuggire” (2Mac 11,8-11)

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava “Fedele” e “Verace”: egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa del Dio onnipotente. Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,11-16)

 

C) Commento:

Bergoglio nega l’Onnipotenza di Dio, che in Cristo Suo Figlio, si è manifestata. Affermare che Dio è un “lume fioco” è bestemmiare Dio, è rinnegare l’Onnipotenza di Dio, è contraddire clamorosamente la storia di Dio.

Nell’antico Testamento la potenza di Dio si è sempre manifestata. Nella battaglia il popolo eletto ha sempre confidato in Dio. E nel momento in cui il popolo ha obbedito ed è rimasto fedele a Dio, tutti i nemici si sono dovuti inchinare a Dio e ai Suoi figli. Così ha fatto il piccolo Davide contro il gigante Golia. Così ha fatto il guerriero Giosuè, che forte della propria fede nel Suo Signore ha compiuto prodigi e vinto i nemici.

Dio è sempre stato visto come il Condottiero del popolo eletto. Così è stato e così sempre sarà. Non un condottiero arrendevole che esce sconfitto dalla battaglia, ma il vincitore, Colui che va incontro al nemico, lo vince e porta alla salvezza il popolo a Lui affidato. Così è stato per Gesù, che ha vinto la morte. Così è e così sempre sarà, come è scritto nel Libro dell’Apocalisse, dove il cavaliere verace e fedele guiderà il suo popolo alla vittoria e annienterà la bestia travestita da agnello.

Solo chi disprezza Dio e non ama Dio e non riconosce l’onnipotenza di Dio può giungere a fare le affermazioni fatte da Bergoglio, che dice testualmente: “A Dio non piace essere amato come si amerebbe un condottiero che trascina alla vittoria il suo popolo annientando nel sangue i suoi avversari. Il nostro Dio è un lume fioco”. La domanda sorge spontanea: qual è il dio di Bergoglio? Non certo il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe che ha annientato nel sangue tutti i Suoi nemici; non certo Gesù, che ha condotto i Suoi figli alla vittoria.

Il dio di Bergoglio non è il Dio dei cristiani. Bergoglio non crede ad un Dio cattolico. Il suo dio è colui che ha l’ambizione di unire tutte le filosofie cosiddette religiose in una nuova religione mondiale, che non mette più al centro Cristo, l’Uomo Dio, il Figlio del Dio vivente. Bergoglio è devoto allo spirito di quell’uomo, Sai Baba, che mai potrà vincere contro lo Spirito Santo che, come è scritto, condurrà alla vittoria la cristianità universale, smascherando l’inganno e facendo sprofondare nel baratro eterno l’uomo iniquo e tutti i suoi figli fedeli.




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