Gesù “rigido e peccatore ma poi si è convertito”: l’eresia di “padre” Spadaro e di Bergoglio

 

A) Testo dell’articolo:

Sul Fatto quotidiano, il gesuita Antonio Spadaro commenta l’episodio di Gesù con la cananea per dire in sostanza che il Signore sarebbe stato un peccatore come gli altri. Un’eresia lampante, con almeno due “spiegazioni”. Il gesuita padre Antonio Spadaro, direttore della rivista La Civiltà Cattolica, dalle colonne del Fatto quotidiano del 20 agosto scorso ci chiarisce come i nuovi dogmi della Chiesa presente – inclusione, dialogo e partecipazione, divieto di indietrismo, di clericalismo, di mondanità e di rigidità – sono così assoluti e veri, così universali e definitivi che investono la stessa figura di Gesù. La quale figura viene storicizzata, elisa dalla sua natura divina, gettata nell’immanentismo transeunte in cui tutti noi viviamo. Lo spadaro del gesuita si è dunque abbattuto anche sulla testa di Nostro Signore.

Padre Spadaro, dalle pagine del Fatto, commenta il passo del Vangelo di Matteo (15, 21-28) in cui una donna cananea chiede aiuto a Gesù perché sua figlia è tormentata dal demonio. Gesù, apparentemente, la tratta con durezza e solo dopo molte insistenze compie il miracolo. Anche i bambini sanno che la Chiesa ha sempre spiegato questo curioso approccio di Gesù in chiave pedagogica: a volte, anzi spesso, Dio non ci concede subito ciò che chiediamo – e a volte non ce lo concede proprio per il nostro maggior bene – per accrescere in noi molte virtù, in primis la fede e poi a seguire la pazienza, la perseveranza, l’umiltà, la docilità, l’obbedienza, etc.

Il direttore della Civiltà Cattolica è di diverso avviso. Gesù sarebbe «insensibile. […] La durezza del Maestro è inscalfibile. […] La misericordia non è per lei. È esclusa. Non si discute. [Gesù] risponde in maniera beffarda e irriguardosa nei confronti di quella povera donna. “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”, cioè ai cani domestici. Una caduta di tono, di stile, di umanità. Gesù appare come fosse accecato dal nazionalismo e dal rigorismo teologico», scrive padre Spadaro. Poi la donna ribatte dicendo che anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei padroni. Continua il commento del Nostro: «Poche parole, ma ben poste e tali da sconvolgere la rigidità di Gesù, da conformarlo, da “convertirlo” a sé. […] E anche Gesù appare guarito, e alla fine si mostra libero, dalla rigidità degli elementi teologici, politici e culturali dominanti del suo tempo».

In sintesi, secondo padre Spadaro: Gesù ha peccato di rigidità, ma poi si è convertito ed è guarito. Quindi Gesù era un peccatore come tutti gli uomini. Questa lampante eresia così si articola in modo più analitico. Nostro Signore è insensibile e duro d’animo: addio al cuore misericordioso di Cristo che ha offerto Sé stesso per salvarci. A tutti questa misericordia è rivolta, ma non alla cananea. Gesù è beffardo, quindi manifesta scherno e derisione cinica, crudele, quasi ripugnante. Non rispetta la dignità di quella donna. Cristo è poi poco elegante, perché ha una caduta di stile, ma, quello che è più grave, manca di umanità, proprio Lui che è l’uomo perfetto, paradigma di tutta l’umanità possibile, modello a cui si è ispirato Dio per creare ciascuno di noi. Gesù ha poi bisogno anche Lui della salvezza e addirittura della conversione: dato che anch’Egli è peccatore. Peccatore e nazionalista e, aggiungiamo noi per conclusione logica, uomo di destra chiuso al multiculturalismo etnico. Non è poi libero dalle gabbie teologiche che si è costruito – Lui che, essendo Dio, è l’Onnipotente – libero dai condizionamenti dei costumi del suo tempo, dalla rigidità di una forma mentis che potremmo qualificare come affetta da clericalismo. La cananea risulta quindi migliore di Lui. Migliore di Nostro Signore. […]
(Tommaso Scandroglio, La Nuova Bussola Quotidiana, 30 agosto 2023)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.” (Mt 15,22-28)

Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. Pregate perché la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato” (Mt 24,15-20)

Poi udii un’altra voce dal cielo: «Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli»” (Ap 18,4)

 

C) Commento:

Ecco i frutti della nuova chiesa di Bergoglio, che a forza di insegnare che Gesù si è fatto diavolo (cfr. Sulla croce Gesù “si è fatto diavolo”), serpente (cfr. Gesù “si è fatto serpente”… “E questo è il mistero del Cristo”), brutto da fare schifo (cfr. “Gesù… si è fatto come un serpente, brutto che fa schifo”), giunge ora, tramite il suo fidato confratello gesuita Spadaro, a definire Gesù “insensibile”, “duro” di cuore, quindi non misericordioso, che “risponde in maniera beffarda e irriguardosa nei confronti di quella povera donna” (la cananea), che è preda di una “caduta di tono, di stile, di umanità”, e che quindi “appare come fosse accecato dal nazionalismo e dal rigorismo teologico”.

Nessun vero cristiano, quindi figlio di Cristo, può tollerare simili bestemmie rivolte contro Gesù. Solo chi odia Gesù può proferire tali parole, che dovrebbero lasciare attoniti tutti coloro che leggono e far comprendere a tutti che il tempo profetizzato da Gesù sull’abominio entrato nel Luogo Santo è giunto e che quindi i figli di Dio sono invitati ad uscire dalla chiesa di Roma, divenuta una vera e propria Babilonia.

 




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