La presunzione e l’arroganza di Bergoglio a Fatima
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“(…)Nelle sue Memorie (III, n. 6), Suor Lucia dà la parola a Giacinta appena beneficiata da una visione: «Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di persone che piangono per la fame e non hanno niente da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa, davanti al Cuore Immacolato di Maria, in preghiera? E tanta gente in preghiera con lui?». Grazie, fratelli e sorelle, di avermi accompagnato! Non potevo non venire qui per venerare la Vergine Madre e affidarLe i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si perdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli nel Battesimo e in umanità, in particolare per i malati e i persone con disabilità, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati. Carissimi fratelli, preghiamo Dio con la speranza che ci ascoltino gli uomini; e rivolgiamoci agli uomini con la certezza che ci soccorre Dio” (Viaggio a Fatima, Omelia, 13 maggio 2017)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: “Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione”. L’angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: “Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra”. E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fuipreso da grande stupore” (Ap 17,1-6)
C) Commento:
Bergoglio nella sua omelia fatta a Fatima cita un passaggio delle memorie dei pastorelli, che hanno visto la Madonna, per “appropriarsi” delle parole dei veggenti, servendosene a proprio beneficio. Infatti Bergoglio, dopo aver letto le parole che indicano “il Santo Padre in una chiesa davanti al Cuore Immacolato di Maria in preghiera”, ringrazia i pellegrini di averlo accompagnato. Quindi fa comprendere che quel “Santo Padre” è lui.
Solo la presunzione e l’arroganza del “vescovo vestito di bianco” poteva spingere Bergoglio ad attribuire pubblicamente a sé le parole dei veggenti. E questo comportamento di Bergoglio fa comprendere la sua vera natura, superba e per niente umile. Bergoglio si reca a Fatima non per adorare Maria, per onorare la Regina del Cielo e della terra, ma per riportare tutto a se stesso.
Nella sua apparente umiltà Bergoglio vuole farsi accreditare come “il” santo, come “il” salvatore del mondo, in virtù di quell’abito bianco che Bergoglio veste ma che non gli appartiene. Bianco è il colore della santità che appartiene ai veri figli di Dio e ai veri figli di Maria, l’Immacolata, non a Bergoglio. L’abito, come è detto, non fa il monaco.
Ciò che conta è il cuore. Da una parte il Cuore Immacolato di Maria, la Vergine Santa che apparendo a La Salette, a Fatima e a suor Agnese ad Akita, in Giappone, ha per tempo esortato i cristiani a convertirsi, a fare penitenza, preannunciando con anticipo i tempi che ora si stanno vivendo, caratterizzati dall’apostasia della chiesa di Roma. Dall’altra parte, il cuore di Bergoglio e dei ministri di una chiesa, quella di Roma appunto, sempre più stravagante, che non insegna a rispettare le Leggi di Dio ma una falsa misericordia che favorisce il peccato, divenendo casa di vizi e impudicizia.
Una chiesa, quella di Roma, che ha tradito i veri insegnamenti di Cristo, per promuovere una falsa religione mondiale che non è da Dio. La chiesa di Roma si mostra sempre più come la Babilonia descritta nell’Apocalisse.