La verità secondo Bergoglio: “La Verità ci deve inquietare”

 

A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:

(…) Il secondo pilastro della libertà è la verità. … Per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo. La verità ci deve inquietare – torniamo a questa parola tanto cristiana: l’inquietudine. Noi sappiamo che ci sono cristiani che mai si inquietano: vivono sempre uguali, non c’è movimento nel loro cuore, manca l’inquietudine. Perché? Perché l’inquietudine è il segnale che sta lavorando lo Spirito Santo dentro di noi e la libertà è una libertà attiva, suscitata dalla grazia dello Spirito Santo. Per questo dico che la libertà ci deve inquietare, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita. È faticoso rimanere libero, è faticoso; ma non è impossibile. Coraggio, andiamo avanti su questo, ci farà bene. È un cammino in cui ci guida e ci sostiene l’Amore che viene dalla Croce: l’Amore che ci rivela la verità e ci dona la libertà. E questo è il cammino della felicità. La libertà ci fa liberi, ci fa gioiosi, ci fa felici. (Udienza Generale, Aula Paolo VI, 6 ottobre 2021)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

“Conoscerete la Verità e la verità vi farà liberi”. (Gv 8,32)

“Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita»”. (1Re, 12-14)

“Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. (Gv 14,26)

“Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza”. (Gv 15,26)

 

C) Commento:

“L’inquietudine è il segnale che lo Spirito Santo sta lavorando”, afferma il pontefice romano. Ma in tutta evidenza l’insegnamento di Dio è opposto a ciò che insegna Bergoglio. Lo Spirito Santo si manifesta nella quiete, come avvenne per il profeta Elia che cercava una risposta da Dio e incontrò lo Spirito che si manifestò nella brezza soave e leggera. Come ci insegna Gesù, lo Spirito Santo è Colui che non inquieta ma che consola: il Consolatore, lo Spirito che viene dal Padre e dal Figlio per portare pace, gioia e amore; per allontanare l’inquietudine, lo sconforto, l’angoscia; per abbattere ogni menzogna e condurre tutti alla Verità, quella Verità che, se conosciuta, rende liberi.

L’inquietudine è viva in chi vive l’umanesimo, in chi ha scartato Cristo e il suo Santo Spirito per mettere al centro l’uomo, che senza Dio sperimenta i propri limiti, i propri insuccessi e fallimenti.
L’inquietudine appartiene a chi vive lontano da Dio, diviso e separato da Dio a causa del peccato, che non è il luogo privilegiato per incontrare Dio, come ha affermato Bergoglio (cfr. “Il posto privilegiato dell’incontro con Cristo è il peccato”).
L’inquietudine appartiene a chi conosce e vive un altro spirito, menzognero e non veritiero, quello spirito di cui parla Bergoglio, che il pontefice romano chiama “santo” ma che santo non è.

Lo Spirito Santo è vivo e dinamico e vuole infondere nei figli di Dio fede e speranza, carità e amore, forza e coraggio, certezza e vittoria, non inquietudine. Lo Spirito di Cristo fa avanzare i cuori e dove vi è debolezza, nel momento della richiesta di aiuto, infonde fortezza. Dove vi è inquietudine può rinascere la gioia. Dove vi è disordine potrà tornare l’ordine, per essere corretti, coerenti e cristiani autentici, per essere membra vive della Chiesa di Cristo e allontanare così quel sentimento di vergogna che altri provano e infondono ma che non appartiene ai figli di Cristo.




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