Lo Spirito di Dio, l’Alleanza con Dio e la fuoriuscita da Babilonia
Il Padre nel corso della Sua storia si manifesta tramite l’azione del Suo Spirito, per dare segno della Sua viva presenza e per guidare i Suoi figli a conoscere e a vivere la Verità tutta intera.
Lo Spirito di Dio, Spirito del Bene, è il protagonista della storia di Dio. Sempre presente, in ogni passaggio e in ogni compimento, manifesta la presenza del Padre nel corso dei secoli. Lo Spirito di Verità, lo Spirito Consolatore, lo Spirito del Bene aiuterà tutti gli uomini di buona volontà a conoscere la Verità tutta intera, affinché chi desidera incontrare e vivere la Verità lo possa fare in forma piena e poter vivere così il piano di Amore e di Redenzione per la gloria e in onore del Padre (Libretto “Una Culla per Gesù Bambino nella Terra di Gallinaro“, pag. 23). Ma affinché lo Spirito possa far comprendere la Verità deve trovare cuori disposti ad accoglierLo con sincerità e predisposizione di cuore, senza pregiudizi e senza la presunzione di aver già tutto compreso e di tutto già possedere. Per accogliere e bere il Vino nuovo con Cristo di cui Gesù parlò ai Suoi Apostoli (Mt 26, 29; Mc 14, 25) bisogna farsi otri nuovi, affinché non si disperda il Vino e non si rompano gli otri (Mt 9, 17; Mc 2, 22; Lc 5, 37-38).
Lo Spirito Santo, che è Dio, non potrà mai contraddire Se stesso. Ciò che è stato rivelato si è compiuto, si compie e si compirà. La Parola di Dio si compie: va compresa per essere amata e vissuta, fatta amare e fatta vivere a tutti gli uomini di buona volontà.
Dio ha creato le Sue creature facendo loro il dono più bello: la Libertà. E Dio mai potrà venire meno a questo Suo dono. Anche correndo il rischio di perdere le Sue creature che, libere di scegliere, possono aderire a Dio, sommo Bene, o al male, satana, l’angelo ribelle, l’accusatore. Ogni essere umano è di conseguenza libero di aderire al Bene o al male. Quindi ogni essere umano, aderendo al Bene o al male, possederà lo Spirito di Dio o lo spirito del maligno e, quindi, sarà guidato o dallo Spirito del Bene o dallo spirito del male.
I frutti che scaturiranno dell’agire di ciascun essere umano aiuteranno a comprendere l’origine e la natura dello Spirito che anima ogni essere umano, indipendentemente dalle parole e dalla professione di fede che ciascuno può liberamente fare (anche con l’inganno). Disse infatti il Precursore ai sacerdoti del tempio: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” (Mt 3, 7-10). E con Lui Gesù: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. Infatti ogni albero buono non potrà che generare frutti buoni, così come ogni albero cattivo non potrà che generare frutti cattivi” (Mt 7, 15-20).
L’abito non fa il monaco. Non dall’apparenza o dalla carica ricoperta si riconosceranno i veri figli di Dio ma dai frutti del loro parlare e soprattutto del loro agire si potrà comprendere chi è animato e fa dimorare in sé lo Spirito del Bene o chi è animato e fa dimorare in sé lo spirito del male.
La massima e più alta manifestazione dello Spirito di Dio è in Gesù Cristo, Uomo Dio. In Cristo, Uomo Dio, da sempre ha trovato dimora lo Spirito del Bene. Mai lo spirito del male ha potuto prevalere perché Gesù Cristo, Uomo Dio, con la Sua volontà di Uomo, è riuscito a non farsi mai sedurre dallo spirito del male. Tentato, ha resistito non in quanto Dio ma perché Uomo santo, che con tutta la Sua santa volontà è voluto rimanere fedele agli insegnamenti del Padre e dello Spirito.
Anche in Maria, Madre di Dio, chiamata ad essere Dimora eterna, Tabernacolo dello Spirito Santo, da sempre ha trovato dimora lo Spirito del Bene. In Maria, Creatura perfetta di Dio, concepita prima del tempo e per questo senza macchia, immacolata, tutta Pura, tutta Santa, tutta Bella, dimora lo Spirito Santo. La Sua totale e incondizionata volontà di essere sempre fedele al Suo Signore ha permesso allo Spirito del Bene di dimorare sempre in Lei e tramite Lei di manifestarsi, già allora, a tutti gli uomini di buona volontà che in Maria hanno potuto nutrirsi dei frutti santi da Ella scaturiti. Così Maria mai ha potuto sbagliare perché lo Spirito Santo, voluto, desiderato e vissuto con fedeltà e obbedienza totale, mai si è allontanato da Maria e sempre ha dimorato in Maria.
Erano liberi di sbagliare Gesù e Maria? Sì. Non hanno sbagliato perché non hanno voluto sbagliare. Lo Spirito del Padre era in loro e la Loro volontà di rimanere fedeli ad ogni costo al Padre ha consentito Loro di non sbagliare mai, di non dubitare mai, seppur tentati dallo spirito del male.
Questi gli esempi eccelsi da imitare affinché in ogni essere umano (uomo e donna) possa dimorare stabilmente lo Spirito di Dio e portare frutto a tutti gli uomini di buona volontà. Sull’esempio di Gesù e Maria ogni essere umano è chiamato ad essere fedele al Padre e a farsi dimora dello Spirito di Dio, Spirito di Verità, Spirito di Amore, vivo, vero, che nel Figlio è Persona.
In tanti esseri umani vi è la lotta tra lo Spirito del Bene e lo spirito del male. Ogni vero figlio di Dio, sapendo di poter contare sull’aiuto di Cristo e Maria ma soprattutto mettendo tutta la propria umana volontà in questa lotta, farà sì che lo Spirito del Bene possa prevalere sullo spirito del male. Se questa volontà di cercare e amare sinceramente Dio persisterà, lo Spirito del Bene farà trovare il Dio vero. “Cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima” (Dt 4, 29).
In altri esseri umani dimora lo spirito del male. Costoro, sull’esempio di colui che si è ribellato a Dio, satana, l’accusatore e il ribelle per eccellenza di Dio, sono diventati dimora dello spirito del male perché hanno voluto allontanarsi dallo Spirito del Bene, volontariamente e progressivamente. Ma chi si è fatto dimora dello spirito del male, sull’esempio di colui che si è ribellato per primo, non si mostrerà mai con il suo vero volto ma cercherà, con l’inganno e la menzogna, di presentarsi come in realtà non è.
Lo spirito del male, che combatte lo Spirito di Dio, sempre proverà a manifestarsi come spirito buono, come promotore dell’amore di Dio, come unificatore dei cuori, come richiamo paterno. Mai si mostrerà con il suo vero volto colui che è menzognero (Gv 8, 44; 1Gv 2, 22), tentatore (Mt 4, 3; 1Ts 3, 5), accusatore (Ap 12, 10) e ingannatore ma sempre cercherà di trarre in inganno, non per salvare ma sempre e comunque “cercando chi divorare” (1Pt 5, 8).
Orbene, oltre a questa condizione soggettiva che riguarda la presenza dello Spirito in ogni essere umano, ve ne è una oggettiva, che il Padre manifesta in modo univoco nel corso della Sua storia.
Così, la presenza del Padre, che si manifesta tramite il Suo Spirito, deve fungere da faro per tutti gli essere umani che animati dalla buona volontà, vogliono incontrare e vivere nella storia l’Amore del Padre, in tutte le Sue manifestazioni. Cristo, Luce per il mondo, è la manifestazione più sublime dell’Amore del Padre verso le Sue creature che, compreso ciò, vogliono farsi fiaccole ardenti, portatori di questa Luce, che in Cristo Via, Verità e Vita si manifesta nella pienezza.
“In principio Dio creò il cielo e la terra” (Gn 1,1). Quindi “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1, 27). “Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2, 7). Dio fa entrare nella Sua creatura diletta il Suo Spirito vitale, affinché lo Spirito del Bene possa dimorare eternamente in lui. Dio crea affinché si sia perfetti, così come è perfetto il Padre che è nei Cieli (Mt 5, 48). E per fare questo dona il Suo Santo Spirito, lo Spirito del Bene.
Ma le sue creature, che Dio benedisse e alle quali diede autorità sulla terra (Gn 1, 28), tradirono l’Amore e i precetti che il Padre aveva loro dati, ingannati dall’astuzia del serpente. Adamo ed Eva tradirono il Padre perché non furono capaci di rimanere fedeli al Padre; tradirono perché venne meno la loro volontà di rimanere fedeli al Padre. Eva, chiamata ad essere aiuto di Adamo, si lasciò sedurre dal serpente e fu infedele ad Adamo e a Dio; Adamo, chiamato ad essere fedele al Padre, si lasciò sedurre da Eva e non fu forte nella volontà per opporsi ad Eva e mancò di fedeltà al Padre.
Creati per essere esempio di perfezione, Adamo ed Eva tradiscono. Il Padre inizia il Suo Progetto e le Sue prime creature Lo tradiscono, ingannati e sedotti dall’astuzia del Suo nemico. Ma il Padre non aveva plasmato Adamo ed Eva perché tradissero. Il Padre aveva creato Adamo ed Eva affinché fossero esempio per tutte le creature di Dio e potessero così rimanere fedeli nei secoli dei secoli.
Tuttavia Dio avanzò ugualmente nel Suo Progetto, nonostante il tradimento di Adamo e di Eva, che nel frattempo furono scacciati dal Paradiso (Gn 3, 23) che il Padre aveva donato ai Suoi figli.
Dio avanza e riparte, pur di dare compimento al Suo Progetto originario, che prevede che i Suoi figli possano dimorare nel giardino dell’Eden, nel Paradiso terrestre che Dio ha conservato, dove vi è custodito l’albero della vita (Gn 3, 24).
Così, in seguito, Dio stringe la Sua alleanza con un uomo, chiamato con la sua famiglia a portare ordine nel mondo perché “la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza” (Gn 6, 11). Così il Padre disse a Noè: “Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza” (Gn 6, 17-18). E ancora: “Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi” (Gn 9, 8-9). Quindi il Padre stringe con Noè e la sua discendenza un’alleanza affinché sia duratura, affinché possa durare nei secoli.
Ciò nonostante, nel corso dei secoli della storia di Dio, altre sono state le “ripartenze” effettuate dal Padre. Ripartenze da ciò che prima era e che nel tempo non è stato più, sempre dovute e causate dall’infedeltà delle Sue creature che, chiamate ad essere fedeli allo Spirito del Bene, non hanno voluto rimanere fedeli e hanno accolto lo spirito del male, cedendo alle tentazioni e alle lusinghe del nemico del Padre.
Quindi il Padre strinse un’alleanza con un popolo, perché potesse essere fedele in eterno. Un’alleanza con il popolo eletto chiamato a rimanere fedele per l’eternità al Padre. “Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: “Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto”. Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: “Eccomi: la mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te”” (Gn 17, 1-7).
Il Padre strinse con quel popolo la Sua alleanza, affinché potesse essere testimonianza viva della presenza del Padre, che stabilì la Sua Dimora in quel popolo, per dimorare con quel popolo per l’eternità.
Tuttavia quel popolo, chiamato a rimanere fedele per l’eternità, nel corso della storia viene meno alla chiamata di Dio. Così il Padre dapprima invia i Suoi strumenti per ricondurre il cuore dei figli verso il cuore del Padre. Tra questi Mosè ed Elia, che ebbero il compito rispettivamente di liberare il popolo dalla schiavitù del male (rappresentato dal faraone e dal grande Egitto) e di riportare i figli a credere nell’unico Dio, smascherando e sterminando tutti i falsi sacerdoti che nel frattempo avevano condotto i figli di Dio ad adorare i falsi idoli.
Nonostante la misericordia e i richiami del Padre, vani furono i tentativi volti a ricondurre il cuore dei figli al Cuore del Padre. Tutti coloro che, animati dallo Spirito del Bene il Padre inviò per far ravvedere i Suoi figli, non riuscirono a far sì che il popolo potesse rimanere fedele a Dio.
Così, al culmine di ciò, il Padre decide di interrompere Egli Stesso quella santa alleanza stipulata con il popolo eletto che, chiamato ad essere fedele, diviene infedele. Il Padre inter-rompe l’Alleanza da Egli stesso stipulata. Quindi il Padre manda Suo Figlio per ristabilire con i figli di Suo Figlio una nuova alleanza, con lo scopo di poter vivere una nuova alleanza eterna.
In quel tempo, chi voleva incontrare il Padre e ricevere il Suo Spirito cosa doveva fare? Dove doveva andare? Continuare ad andare nel vecchio tempio o andare incontro al Padre che si manifesta nel nuovo Tempio, nel Tempio vivo dello Spirito Santo rappresentato dal Figlio? Il Padre non era più presente nelle chiese del tempo, le sinagoghe, ma dimorava direttamente nel Figlio, inviato affinché potesse essere seguito e amato. In quel tempo chi voleva conoscere ed incontrare la Verità non poteva trovarla più tra i sacerdoti del tempio ma solamente nel Figlio, Tempio vivo dello Spirito Santo.
Questo il messaggio oggettivo e univoco che il Padre ha voluto trasmettere ai Suoi figli in quel tempo. Non poteva il Padre lasciare i Suoi figli nell’ambiguità. Non poteva il Padre manifestarsi più in quel tempio preda dello spirito immondo, nonostante in quel tempio non tutti fossero preda dello spirito immondo. Il sommo sacerdote e i suoi più stretti collaboratori erano tutti preda dello spirito immondo ma, tra tutti, vi era ancora chi voleva rimanere fedele allo Spirito del Bene. Quindi, in quel tempo, anche in quella casa destinata a perire e a crollare, vi erano persone animate dallo Spirito del Bene desiderose di rimanere fedeli agli autentici insegnamenti di Dio. Ma in quella casa, destinata a perire e a crollare, come annunciato dai profeti, non poteva manifestarsi più lo Spirito di Dio. Il Padre aveva mandato il Figlio perché chi volesse salvarsi lo potesse fare solo tramite Lui.
Il Padre, prima che quella casa definitivamente crollasse, aveva già preparato il Suo Progetto di salvezza per l’umanità intera, mandando il Figlio a riprendere possesso della Sua Santa Vigna.
Così il Padre manda il Figlio che, cresciuto nel nascondimento del mondo, è preparato dalla Madre e dal Padre per il compimento della Sua chiamata in obbedienza al volere di Dio. E in quel tempo il Padre si manifesta nel Figlio, affinché il mondo di buona volontà sappia dove poter trovare e incontrare Dio. In maniera chiara e inconfutabile il Padre dona segni evidenti e inconfutabili della Sua Presenza viva nel Figlio, Tabernacolo vivente; e contemporaneamente invita i Suoi figli ad uscire da quella casa ora preda dello spirito immondo, in cui prima dimorava lo Spirito del Bene.
Nella Casa di Dio vi può dimorare solo uno Spirito. E i figli del Padre devono ben sapere, in modo univoco, in quale Tempio dimora lo Spirito del Bene e in quale tempio, sebbene prima animato dallo Spirito di Dio, dimora ora lo spirito immondo. Ciò che prima era non sarebbe stato più.
In un messaggio rivelato a Giuseppina Norcia, quando parla del Suo ritorno, Gesù dice: “Non sempre i miei successori sono stati degni eredi dei miei santi Pietro e Paolo e Io ho dovuto cercare altrove i pilastri del mio tempio. Li ho cercati dappertutto, nelle città, nei monasteri; e tanti, tanti hanno risposto alla mia chiamata. Tanti con il loro amore verso Dio e con il loro sacrificio attraverso i secoli hanno raddrizzato il mio tempio pericolante. Ma fin dalla mia nascita e prima ancora, fin da quando ero soltanto nella mente del Padre, il Padre aveva già disegnato tutto il mio cammino che non poteva esaurirsi con la mia ascesa al cielo e quindi era già stato tracciato l’itinerario del mio ritorno” (Rivelazione di Gesù a Giuseppina Norcia).
Dio, nel corso della Sua millenaria storia, non è mai venuto meno alle Sue promesse. Quando ha interrotto un’alleanza è perché i figli, nonostante i numerosi richiami alla conversione (avvenuti direttamente e tramite i Suoi inviati mossi dallo Spirito Santo) sono divenuti infedeli. Dio, di fronte all’infedeltà voluta e perpetrata, non può costringere i Suoi figli a tornare ad essere fedeli usando la forza. Dio non può mai venir meno al dono della Libertà elargito a tutti gli esseri umani. Dio non può costringere a fare il Bene. Invita, raccomanda, ammonisce ma mai può costringere. Di fronte al dono della Libertà, Dio si ferma. Si ferma ma non si fa soggiogare. Così Dio avanza passando oltre.
In un altro messaggio rivelato, ben noto a coloro che vivono il Mistero del Dio Bambino sceso nella Terra che il Padre ha chiamato la Nuova Gerusalemme, Gesù dice: “Nella chiesa vi sono diversi cortili: quello dei sacerdoti, quello dei benpensanti, quello dei trafficanti. Fra questi cortili della chiesa, vi è il vostro cortile, l’isola bianca dove Io difenderò la purezza della Fede. In questo nuovo tempio né il sinedrio, né il mondo, avranno autorità perché l’ho preservato unicamente per Me, per ciò che si dovrà compiere” (Rivelazione di Gesù a Giuseppina Norcia).
Quindi Gesù fa comprendere che la Chiesa di Cristo non crollerà. Gli inferi non potranno prevalere sulla Chiesa di Cristo. Gli inferi potranno prevalere su qualche cortile di Essa, sui cortili posti all’interno della Chiesa di Cristo che nel frattempo si saranno lasciati traviare e sedurre dallo spirito del male. Ma il Cortile della Chiesa di Cristo, l’Isola Bianca, che rimarrà fedele a Cristo non potrà mai crollare, perché pone al centro Cristo e i Suoi insegnamenti.
La parola di Dio si compie e va compresa.
Che cosa rende quindi divina la Chiesa di Cristo? Lo Spirito di Dio, lo Spirito del Bene, che l’ha fondata. E se il Padre, stanco delle infedeltà perpetrate nei Suoi confronti ad opera dei Suoi figli, nonostante tanti avvertimenti nel frattempo fatti giungere dai Suoi messi, decidesse di ritirare il Suo Santo Spirito, di non inviarLo più in quella casa, che cosa rimarrebbe di essa? Umanità. E gli inferi potrebbero prevalere su una casa umana non più divina? Già gli inferi hanno prevalso, in tanti cuori.
Allora ciò che prima era non sarebbe stato più. Se prima in quella casa vi era la luce della lampada che brillava, ora la Luce non avrebbe brillato più (Ap 18, 23). Se prima si udiva la voce dello sposo e quella della sposa, ora non si sarebbe udita più (Ap 18, 23). Ma in quella casa si udrebbero solo lamenti e non più “la voce degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei sonatori di tromba” (Ap 18, 22).
E questa casa, che Giovanni descrive nel Libro dell’Apocalisse e che chiama simbolicamente con il nome di Babilonia, potrebbe mai rappresentare genericamente la vita pagana nel senso più ampio, propria del sistema terrestre, il sistema del mondo e tutto ciò che genericamente il mondo vive in contrapposizione a Cristo e alla Sua vera Chiesa?
Quando mai nel mondo ha brillato “la luce della lampada” (Ap 18, 23)?
Quando mai nel mondo si è udita “la voce di sposo e di sposa” (Ap 18, 23)?
Quando mai nel mondo si è udita “la voce degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei sonatori di tromba“? (Ap 18, 22)
Perché Giovanni l’Apostolo dice di Babilonia che è ammantata di porpora e scarlatto (Ap 17, 4)? Chi sono i porporati? Chi veste l’abito con il rosso scarlatto? Genericamente il mondo? No.
Perché mai Giovanni l’Apostolo, l’Apostolo dell’Amore, che nella Sua purezza infinita ha visto e ha resistito ad ogni sorta di manifestazione di ciò che è male, si sarebbe dovuto meravigliare nel vedere la “donna seduta sopra una bestia scarlatta” (Ap 17, 3) che “era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Ap 17, 6a), se Babilonia rappresentasse genericamente il mondo? Di cosa si sarebbe dunque stupito Giovanni l’Apostolo (Ap 17, 6b)? Di vedere Babilonia, cioè il mondo proprio del paganesimo, ebbro del sangue dei santi e dei martiri di Cristo? No!
Se Giovanni si meraviglia è perché vede ciò che mai Egli avrebbe voluto vedere e descrivere ai posteri. Vede che la donna chiamata ad essere madre dei suoi figli è divenuta carnefice dei suoi figli ed è ebbra del loro sangue; colei che è chiamata ad essere sposa fedele e pura dello Sposo è divenuta infedele, prostituta, meretrice (Ap 19, 2), contaminandosi con gli idoli del mondo, con i mercanti della terra (Ap 18, 3), prostituendosi con i re del mondo (Ap 18,3), tradendo definitivamente e deliberatamente il Re dei re con lo spirito immondo che non è da Dio.
Questa è la consapevolezza che l’Apostolo Giovanni ci trasmette.
Questa è la consapevolezza che il grido della Voce dal Cielo ci trasmette: “Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli” (Ap 18, 4).
A chi si rivolge questa voce dal Cielo? Ai figli del mondo che vivono in genere la vita pagana o ai figli di Dio? Ai figli di Dio (“popolo mio”), chiamati ad uscire da ciò che non è più da Dio.
Se il comandante terreno, che con l’inganno ha preso il timone della barca, dirige la barca verso gli scogli per provocarne lo schianto, che cosa fanno gli occupanti della barca vedendo per tempo i segni della manifestazione dello schianto prossimo? Rimarranno a bordo nonostante gli annunci fatti dai messi a scendere per tempo, ostinandosi a non voler comprendere che Dio ha donato ai Suoi figli la libertà anche di far dimorare in essi lo spirito immondo che vuole combattere e annientare l’opera dello Spirito di Dio? Da chi dovrebbe partire l’ordine di scendere se non dalla Voce che proviene dal Cielo (Ap 18, 4)? Certamente non potranno aspettarsi che sia il comandante infedele o qualcuno dei suoi collaboratori infedeli, che nel frattempo aumentano inesorabilmente nel numero occupando sempre più posizioni di comando nella barca, a farlo.
I figli di Dio siano dunque docili all’azione dello Spirito di Verità che si manifesta e si manifesterà a tutti gli uomini di buona volontà per far comprendere i segni dei tempi e il Piano di Amore e di Redenzione del Padre, che si compie così come è stato preannunciato dai messi che Dio ha inviato nella storia e le cui rivelazioni trovano conferma e compimento nelle scritture.
I frutti dello Spirito di Dio si riconosceranno. Coloro che sono animati dalla buona volontà e non chiudono il cuore allo Spirito di Verità, accoglieranno. L’Amore del Padre, l’unione nel Padre, l’appartenenza al Padre saranno manifestati; e la conoscenza del Padre, nella Sua essenza e sostanza, sarà manifestata, per dimostrare a tutti coloro che sono alla ricerca della Verità, le fondamenta della cristianità: fondamenta forti, sante, resistenti a tutto, pronti a tutto, perché desiderosi di far dimorare in essi lo Spirito di Dio, che lega, stringe i cuori in un’unica Chiesa, Sposa Fedele di Dio, dove non vi sarà peccato, dove non vi sarà malinconia, dove non vi sarà superbia. Una Chiesa, Cristiana e Cattolica, Sposa Santa e Fedele, che con forza manifesterà la propria fedeltà, per essere la Chiesa.
Una Chiesa che vede; una Chiesa che entra nei cuori: la Chiesa, cuore di ogni cristiano.
Se il Padre vuole manifestare il Suo Spirito in un’altra Casa fondata sugli insegnamenti di Cristo, Via, Verità e Vita, per dare segno della Sua viva presenza nella sua santa Dimora e rinnovare così ciò che già era stato chiamato a rinnovare, lo può fare?
Colui che è, Colui che vive in eterno, Colui che è Inizio e Fine, l’Alfa e l’Omega, tutto può.
A Lui solo, Padre Onnipotente, onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.