Babilonia e Maria Nuova Gerusalemme

 

Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli” (Ap.18, 4).

Chi vuole seguire l’invito del Profeta (Ger. 51) e la voce dal Cielo (Ap. 18) esce da Babilonia: “Babilonia” (1 Pt 5, 13), “Babilonia la grande” (Ap. 14, 8; Ap. 16, 19; Ap. 17, 5; Ap. 18, 2), “la grande città” (Ap. 18, 21), “la città grande” (Ap. 16, 19), “immensa città” (Ap. 18, 10; Ap. 18, 16; Ap. 18, 18; Ap. 18, 19), “possente città” (Ap. 18, 10), “la donna che … simboleggia la città grande” (Ap.17, 18), “la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Ap. 17, 6), “la donna seduta sui sette colli” (Ap. 17, 9).

Babilonia la grande … è diventata covo di demòni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d’ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato” (Ap. 18, 2-3).

Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva. Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione“. (Ap. 18, 5-7a).

Per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata” (Ap. 18, 8).
Babilonia … in un’ora sola è giunta la tua condanna!” (Ap. 18, 10); “In un’ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza!” (Ap. 18, 17).

Babilonia è “la grande meretrice” (Ap. 19, 2). La sposa, che fedele doveva rimanere, è divenuta infedele, è divenuta “la grande meretrice”. A nulla sono valsi i numerosi avvertimenti che si sono ripetuti nella storia, anche recente. Ma Babilonia “in cuor suo diceva: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò” (Ap.18, 7). Babilonia si sente invincibile. Ma Babilonia non brilla di luce propria: Babilonia è in quanto sposa del Re (“Regina”); Babilonia è in quanto sposa di Colui che vive in eterno (“vedova non sono e lutto non vedrò”).

Il Re è adirato per il comportamento della Sua sposa infedele. Il Re non accetta più di dimorare con colei che è divenuta grande meretrice, tradendo ripetutamente il Re dei re con i re della terra, con i dieci autoproclamatisi re, che con la loro coorte (divenuta sempre più numerosa) non servono il Re dei re, ma il suo accusatore.
Così dopo innumerevoli avvertimenti e inviti al pentimento, tutti disattesi, il Re ripudia la Regina.

Si prega il Padre Santo affinché continui a mandare il Suo Spirito a santificare i doni di questa terra.
Il Padre invia il Suo Santo Spirito nella Casa dove lo Spirito di Dio è accolto e invocato, rispettato. Non può il Padre inviare il Suo Santo Spirito dove dimora un altro spirito e lo Spirito di Dio è contraddetto, maltrattato e scacciato. Il Padre non può e non vuole tenere i Suoi figli nell’ambiguità e nell’incertezza. L’azione del Padre è lineare: annunciata, esplicitata, portata a compimento.
In un’ora sola” giungerà la condanna di Babilonia (Ap 18 ,10). “In un’ora sola andrà dispersa sì grande ricchezza” (Ap. 18, 17). Perciò il Padre non potrà inviare il Suo Santo Spirito se non nella Casa dove Egli ha stabilito la Sua Dimora. Questo l’Amore del Padre verso i figli.

Ecco che il Padre nel frattempo e per tempo, nella Sua infinita misericordia, aveva già preparato ogni cosa. “Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap. 21, 1-2).
Ed è dallo stesso Trono che una voce annuncia:
Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate” (Ap. 21, 3-4).

Da una parte, Babilonia; dall’altra la “dimora di Dio con gli uomini”, Maria, la Donna vestita di Sole, Madre Chiesa, la nuova Gerusalemme.

Da una parte l’anti-chiesa, che vuole continuare ad apparire ciò che non è, sottomettendo con la lussuria, sottomettendo con i vizi, sottomettendo tante anime con l’inganno.
Dall’altra la vera Chiesa, Maria, Madre Chiesa, nuova Gerusalemme che accoglierà il Suo popolo fuoriuscito da Babilonia e lo disseterà tramite lo Spirito di Verità, Amore sostanziale del Padre e del Figlio: “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita“. (Ap. 21, 6b).

Babilonia la grande, la grande meretrice, è caduta (Ap. 18) e più non è.

I figli di Maria, Mater Ecclesiae, nuova Gerusalemme, sono cresciuti ricolmi della premura materna e si sono nutriti dell’Amore materno che cura ogni figlio. Con quella premura i figli di Maria sono cresciuti; con quel calore i figli di Maria si mostrano al mondo; e con il Suo Amore vanno avanti con fede e coraggio, per difendere la Verità di Cristo e dei Suoi insegnamenti, volendo confermare, in questi tempi duri e difficili, la Fedeltà a Dio fino al compimento finale, manifestando quell’orgoglio santo e quella fierezza vera di pronunciare il nome di Dio, per giungere alla vittoria.

Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio” (Ap. 21, 7).




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