Lettera aperta di Veronica D’Angelo

 

Ci sono circostanze in cui anche chi per indole o educazione è solito  mantenere un riserbo silenzioso, sente l’urgenza di levare la propria voce in difesa della Verità e per puro senso di Giustizia: per questo da figlia della Nuova Gerusalemme desidero ringraziare chi per primo ha voluto farlo, esprimendo compiutamente il pensiero di tutti noi fedeli, che da tempo ci sentiamo indignati, offesi e ancora una volta oltraggiati dall’enormità, grossolanità ed evidente falsità di certe calunnie,  mosse solo da invidia e livore, contro ciò che rappresenta la nostra vita, il nostro cuore .

Sono più di 30 anni che conosco e frequento da vicino questo Mistero , ho conosciuto Colei che lo ha iniziato e conosco colui che lo sta portando a compimento, ho creduto ieri e credo oggi, perché da questa frequentazione ho ricevuto solo grazie e benedizioni a livello personale  e familiare, ma sopra ogni cosa ho potuto comprendere e toccare con mano (e non per un giorno solo, ma nel corso di tanti lunghi anni!) cosa sono l’integrità morale, l’autentica fedeltà al Padre, il sincero amore fraterno, lo spirito di servizio, non semplici parole, ma fatti, che loro hanno sempre manifestato,  e continuano a manifestare  in tutto ciò che sono e che vivono e che fanno vivere a chiunque abbia la ventura di avvicinarli.

Anch’io dunque voglio parlare come testimone dei fatti, in quanto presente e spesso partecipe anche della realtà quotidiana di questa umile famiglia, esempio di santità, alle prese, come tutte le famiglie, con i problemi, le difficoltà e gli impegni che la vita di ogni giorno ci mette davanti, ma con in più l’onere di un servizio che instancabilmente e costantemente viene reso a Dio e ai fratelli, che è certo fonte di immensa gioia ma anche di tanti sacrifici, che nessuno vede. E se è facile parlare e sparlare a vanvera, salire sui pulpiti virtuali e spargere veleno con la speranza di abbindolare chi non conosce i fatti per come realmente sono, molto meno facile è essere tutti i giorni ed in ogni occasione, lieta e meno lieta, esempi di coerenza, umiltà, purezza, obbedienza, amore, generosità: in una parola esempi di SANTITA’, viva e vera!

Chi ha potuto verificare e beneficiare di tutto ciò, insieme a me e  a me personalmente non molto tempo fa confidava con gioia e trasporto la sua riconoscenza per tanto amore gratuito, per la comprensione, il conforto, l’aiuto, l’ospitalità tante volte ricevuti; chi mi parlava anche dell’esempio di santità e umiltà di una donna straordinaria, Anna, che proprio come sua madre, Maria Giuseppina, ha sposato questo Mistero totalmente e ha messo tutta la sua vita nelle mani del Padre; proprio chi era estasiato all’idea di poter far parte di quella famiglia ora  scaglia sassi con l’intento di lapidare coloro che fino a qualche tempo fa diceva di amare… Bugiardo e ipocrita allora  o falso e menzognero ora?

Vorrei provare solo tristezza di fronte alla debolezza e all’incostanza umana, ma invece provo francamente disgusto, eh sì, perché qui si va ben oltre l’essere canne sbattute dal vento, che cambiano parere quando fa comodo, qui io rivedo un sordido e ben noto copione già troppe volte messo in scena identico (anche se il  protagonista, chissà perché, pensa ogni volta di essere unico e più originale di chi lo ha preceduto), si tratta dello “scontento” di turno, che ha fatto male i suoi conti, che pensava di potersi servire del Mistero di Dio, per realizzare i propri sogni di gloria umani e quando, risvegliandosi improvvisamente, si è scontrato con la semplice verità che nel Mistero di Dio i ruoli e i compiti li decide solo Dio e non i capricci del primo venuto, ha voltato le spalle e cerca ora di ovviare alla naturale “figuraccia” con fiumi di fango, che dovrebbero detergere una coscienza sporca, che invece si sporca e sprofonda sempre di più.

No, così non si fa, questo lo dico forte e chiaro, non in nome della fede, ma come donna che cerca di essere retta e leale come essere umano prima che cristiana autentica, così non si agisce mai: si è liberi, si può andare e voltare le spalle al passato, a ciò che si giurava di credere con il cuore, ma perché scagliarsi con odio e rabbia contro chi ha avuto il solo torto di accoglierci e amarci senza calcoli e senza misura? Chi sente di essere stato liberato da un giogo, e io so bene come ci si sente, non vuole più avere niente a che fare con ciò che ha lasciato, in caso  contrario è il tarlo del dubbio che fa urlare e che si cerca di tacitare arrampicandosi sugli specchi….

Latina, 26 gennaio 2018

Veronica D’Angelo




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