Lettera aperta di Sandra D’Alessandro in risposta a Roberta L.

 

Mi chiamo Sandra, frequento la Culla di Gesù Bambino dal 1991 ed ero amica intima di Roberta Lombardi, avendola frequentata in maniera assidua per anni. La conosco e lei sa che la conosco, non bene, ma fin troppo bene, perché si è sempre confidata con me e perché molto spesso negli ultimi 6-7 anni, quando viveva a Roma, quasi tutti i fine settimana li passavamo insieme. Quindi se parlo lo faccio con cognizione di causa, per amore della verità e per difendere questo Mistero Santo, che viene attaccato in modo spudorato e arrogante da chi farebbe bene a guardare prima dentro di sé.

Roberta prima di ergersi a paladina delle buone maniere, delle buone virtù, dei buoni valori e dei buoni principi dovrebbe togliersi dagli occhi tutte quelle travi che vi ha conficcato con una condotta di vita non sempre conforme a ciò che la Nonna, Maria Giuseppina Norcia, ha sempre insegnato a tutti noi, invitandoci a rispettare i 10 comandamenti e quindi a mirare alla Santità e qui non vado oltre (ma l’accenno alla storia con un certo camionista dovrebbe bastare…).

Certo tutti possiamo sbagliare, anche se alcuni errori pesano più di altri, ma non è questo il punto, il punto è che poi non si può andare in giro a sparlare e a fare i moralisti, offendendo e denigrando cose e persone che non lo meritano affatto, solo perché si ha il dente avvelenato contro qualcuno, e so che questo è un suo tipico modo di agire perché hanno cercato di avvelenare anche me, dopo la fuga romantica, con una marea di menzogne.

E poi mi ha colpito che si permetta di usare il termine “vanitosa” con chi ha sempre dimostrato con il suo esempio e con la sua condotta di vita esattamente il contrario, proprio una che invece lo è in modo esagerato (ed io ne sono testimone), visto che è stata sempre intenta da che la conosco a farsi comprare dai genitori vestiti, scarpe, accessori, trucchi, sempre attratta dalle cose del mondo.

Parla della famiglia e di come ci si  dovrebbe comportare in famiglia, quando più volte mi sono trovata a riprenderla perché si poneva nei confronti dei suoi genitori (che sono e saranno sempre esempio di rettitudine e coerenza) in maniera maleducata e irrispettosa, e non scendo nei particolari.

Di Vincenzo e Antonietta posso dire che sono dei genitori esemplari, forse sei tu, Roberta, che non eri proprio un esempio di  figlia modello, che molto spesso non superavi gli esami all’università (perché anziché studiare preferivi oziare o fare altro) e non dicevi niente a nessuno, facendo credere a tutti di averli passati!

Di certo non avrei mai voluto parlare di tutto questo, ma a fronte di tutto quello che visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie da colei che oggi, insieme al marito, si permette di infangare i nomi di chi oggi con santità, onestà, rettitudine e coraggio porta in continuità il Mistero che Maria G. Norcia ha cominciato, dico e affermo con tutte le forze che ho nel cuore che sono tutte calunnie, bugie e falsità, e ricordo a costoro: “Scherza coi fanti ma lascia stare i Santi”.

Sinceramente non vorrei essere per nessuna cosa al mondo al posto vostro.

Latina, 31 gennaio 2018

Sandra D’Alessandro




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