Lettera aperta di Paolo Baroni
Mi unisco al mio fratello nella fede Domenico. Io sono sempre stato una persona di poche parole e mi piacciono le persone che, nella vita e nel cammino cristiano, fanno i fatti e non le parole.
In questi tempi rivivo l’insegnamento di Gesù, che ci invita a dire e a fare “sì, sì” e “no, no”. Perché il di più viene dal maligno.
Il maligno è scatenato e si serve di tanti che, pieni del suo spirito, prima dicevano una cosa, ora ne fanno un’altra; prima credevano in Maria Giuseppina Norcia e Samuele, ora li accusano e accusano chi crede in loro. Una vera Babilonia. Ma i fatti sono fatti e la storia non si può cambiare.
Conosco molto bene la storia di questa Donna e la storia della sua famiglia di sangue. Li conosco tutti personalmente, uno ad uno, così come avviene nei piccoli paesi. E conosco quello che questa Donna mi ha insegnato: la fede semplice e vera di chi, una volta presa una strada, va avanti senza mai voltarsi indietro, abbandonandosi alla volontà del Signore, che si manifesta in chi ci guida. Prima Giuseppina, ora Samuele. Come Dio ha creduto in Maria Giuseppina, Maria Giuseppina ha creduto in Samuele, noi crediamo in Samuele. Se crediamo che questo è il Mistero di Dio e che proviene dal Cielo, questo è: o si crede o non si crede. Chi credeva veramente prima, crede ancora ora. Chi non credeva veramente prima o aveva sempre da ridire, portando sempre problemi prima, traballa e cade ora. Ma ciò che non accetto, perché non è giusto, è che dopo aver fatto la propria scelta, ci si vuole giustificare accusando gli altri. Nella vita ci si deve prendere le proprie responsabilità: sì o no. Se è sì, si va avanti. Se è no, ci si ferma ma senza dare la colpa agli altri, dicendo menzogne e calunnie. Questo non va bene.
Mi affido al Signore e prego affinché protegga la Sua, nostra Chiesa e agisca da Padre contro i figli del maligno.
Atina, 25 gennaio 2018
Paolo Baroni