Lettera aperta di Giovanni Iavarone
Come si fa a non parlare bene di questo Mistero divino?
Il non credere al paralitico che si alza dalla sedia a rotelle;
Il non credere ad una guarigione inspiegabile, com’è avvenuta per il mio primo figlio e per me stesso;
Il non credere alle conversioni;
Il non credere agli Strumenti che Dio ha innestato nel Suo Mistero, significa il non credere in Colui che opera, in Dio che qui è presente, ascolta le preghiere dei Suoi figli, dona tutto il Suo Amore, la Sua Gioia e la Sua Pace.
Maria Giuseppa Norcia, che ho avuto la grazia di conoscere, Samuele e Anna, donano a tutti solo amore e dolcezza e rispettano la libertà di tutti. Sono esempi di santità.
Sono fiero di vivere questo Mistero d’ Amore e di appartenere alla Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme e certamente non saranno le calunnie e le menzogne proferite da persone cieche che mi faranno vacillare.
Abbiamo avuto un privilegio meraviglioso: quello di essere stati chiamati direttamente da Dio, da Colui che è la nostra unica fede, la nostra unica Verità.
Siamo di Cristo, Uno e Trino.
Casoria (NA), 28 gennaio 2018
Giovanni Iavarone