Lettera aperta di Fernanda Mancini
Sono giunta alla culla nel 1995, avevo all’incirca 24 anni, piena di umanità e fragilità. Quando gli occhi di quella mamma, Maria G. Norcia, si sono posati su di me ho avvertito una sensazione di sollievo incredibile, perché avevo compreso all’istante che aveva visto come ero, piena di tante cose che a voce non avrei saputo dire.
Avvertivo un amore speciale incredibile, un amore che non giudicava, scrutava e già pensava a come potermi aiutare. Mi sono sentita amata, protetta e consolata. Ho creduto nel tempo a quella mamma ieri come oggi, così come ho creduto e credo in questo figlio spirituale, Samuele Morcia, il Pontefice della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, che l’ha affiancata e ci ama tutti con lo stesso amore e dedizione senza plagi alcuni, senza costrizioni. Mai come ora da quando ho intrapreso questo cammino spirituale mi sono sentita tanto libera. Sono stata testimone di eventi straordinari ma quello più bello è di vivere e far parte di questo Corpo Mistico di Gesù insieme a tanti fratelli e sorelle, ai ministri di questa Chiesa, alla famiglia di mamma Giuseppina, e dal nostro amato Samuele e la sua sposa Anna. Oggi sono una mamma di quattro figli e grazie a tutti questi fratelli affronto la vita non senza sacrifici e prove.
E’ sotto gli occhi di tutti che in questi ultimi giorni calunniatori che dopo aver tanto ricevuto hanno deciso di voltare le spalle, avvelenando i cuori di tanti che nulla conoscendo, li seguono nel loro peccato.
Questi traditori dimenticano che è terribile il peccato contro lo Spirito Santo e non sarà perdonato.
Formia, 5 febbraio 2018
Fernanda Mancini