Lettera aperta al sito “Difendiamo la Verità”

 

Riceviamo e pubblichiamo:
 

Oggetto: campagna mediatica di diffamazione

 

Da un po’ di tempo su alcuni spazi virtuali si assiste ad una violenta campagna denigratoria nei confronti di tutti coloro che vivono la spiritualità della “Piccola Culla del Bambino Gesù”, che il vostro sito internet ben interpreta e rappresenta agli occhi di coloro che vogliono comprenderne l’essenza con retta intenzione e senza falsi e tendenziosi pregiudizi.

Purtroppo in alcune pagine di social network e altri siti web coloro che vivono tale spiritualità vengono spesso apostrofati con epiteti offensivi ed etichettati come persone totalmente soggiogate e appartenenti ad una pericolosa setta.

Tali giudizi sono sfociati in una campagna mass mediatica denigratoria e ingiuriosa che, anziché restare nei limiti di una legittima critica (seppur infondata) inerente il pensiero religioso dei fedeli della “Piccola Culla del Bambino Gesù”, è sfociata in una vera e propria azione denigratoria avente ad oggetto sia le persone che le attività professionali di coloro che vivono e promuovono la spiritualità della “Piccola Culla”.

Così facendo, tanti non hanno perso l’occasione per infangare l’onorabilità di dette persone, offese con epiteti e gravi ingiurie (“uomo peggio di un mafioso”, “imbroglione”, “truffatore”, “parassita”, “vigliacco”, “santone”, “satana”, “indemoniato”), nonché le loro legittime attività professionali, mistificate ad arte per farli apparire approfittatori, arrivando ad equipararli agli sfruttatori delle prostitute. Inoltre, in alcuni casi sono state finanche pubblicate loro immagini fotografiche, dati anagrafici e files audio senza averne titolo e/o autorizzazione, in contesti oggettivamente dispregiativi e improntati al dileggio.

Per tali fatti sono state sporte formali denunzie/querele sia nei confronti di coloro che hanno scritto tali frasi ingiuriose, sia nei confronti di coloro che hanno permesso la pubblicazione di tali commenti offensivi su spazi da loro amministrati, poiché non si sono adoperati alla rimozione di tali commenti, pur avendone specifica facoltà e prerogativa.

I fatti descritti configurano i seguenti reati:

  1. diffamazione, aggravata dall’utilizzo del mezzo internet, che ha reso pubblica l’offesa oltre che accessibile ad un numero indeterminato di persone, in modo da integrare l’ulteriore elemento della pubblicità dell’offesa che la costante giurisprudenza della Suprema Corte ritiene idonea a configurare come aggravante di cui all’art. 595 c.c. (Cass 24431/2015).
  2. violazione dell’art. 167 del codice della privacy, che sanziona l’illegittimo trattamento dei dati personali (fotografie personali, dati anagrafici, registrazioni audio); non essendo mai stata data autorizzazione alla pubblicazione di tali dati da parte degli interessati.
    Quale uomo di legge, oltre che cristiano cattolico che condivide e vive la spiritualità della “Piccola Culla del Bambino Gesù”, sono profondamente convinto che in casi simili ci si debba appellare alla giustizia umana, pur nella profonda convinzione che c’è una giustizia superiore che compete a Dio e alla quale comunque ci si rimette.

Nel frattempo auspico che la giustizia umana ponga fine a tali reati e allo stillicidio ingiustificato e ingiustificabile di ingiurie e calunnie nei confronti di tutti coloro che desiderano vivere la propria spiritualità nel pieno rispetto del principio della libertà religiosa, peraltro garantito dalla nostra Costituzione (l’art.2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, fra cui rientra quindi la libertà religiosa e di credo; l’art. 3, il principio di non discriminazione su base religiosa; l’art.8, l’uguaglianza di tutte le confessioni di fronte alla legge; l’art.19, la libertà di professare il proprio credo, sia individualmente che collettivamente; di promuoverne la diffusione e di celebrarne il culto in pubblico o in privato; gli articoli 17, 18 e 21 garantiscono la libertà di espressione, di assemblea e di riunione e la libertà di organizzare associazioni religiose).

Mi risulta che numerose sono state le indagini delle autorità civili sia nei confronti dei responsabili della “Piccola Culla del Bambino Gesù” sia in merito alle attività della Onlus “Casa Serena”. Ebbene, da tali indagini non è emerso alcun fatto o comportamento illecito né a carico della Onlus né a maggior ragione a carico di Samuele Morcia e degli altri responsabili e promotori delle attività della “Piccola Culla del Bambino Gesù”.

Acclarato ciò, non vi è quindi alcun dubbio che è in atto un vero e proprio accanimento, condotto ora tramite una campagna mediatica diffamatoria mirata e precisa, che dovrà scaturire necessariamente in una punizione di legge nei confronti di tutti coloro che la attuano e la favoriscono: infatti, a prescindere dai temi prettamente inerenti le tematiche di carattere religioso, nessuno può insultare e calunniare impunemente il prossimo.

 

Avv. Pietro Striano




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