Lettera aperta di Adriano Tollo
Come i miei fratelli nella fede, anch’io desidero ergermi a difesa delle persone a cui devo la vita, la nuova vita nella fede che mi è stata donata.
Ho messo piede per la prima volta alla Culla del Bambino Gesù nel giugno 2005, invitato dalla mia fidanzata, e nel tempo ho avuto modo di conoscere bene questa realtà: mai avrei potuto immaginare di ricevere tanto amore, un amore che va al di là di ciò che può essere spiegato a parole.
Ho avuto l’onore di conoscere sin dalle prime volte un giovane, Samuele Morcia, che subito mi ha sorpreso perché davanti a me ho visto un uomo profondamente e integralmente animato dalle virtù cristiane, vissute prima che professate a parole. E più passa il tempo e più, guardando lui e la sua sposa, diventa evidente quello che all’inizio era un’intuizione del cuore.
In questa Terra Santa sono state sanate tante ferite materiali, morali e spirituali. Personalmente tanto ho ricevuto. Tutto. E sempre in modo assolutamente gratuito. Sono giunto appesantito e me ne sono sempre tornato a casa in pace, leggero. Ero ammalato nell’anima e sono stato guarito. Non conoscevo l’Amore e lì l’ho incontrato.
Chi ha avuto la grazia di conoscere questo Santo luogo e ora tenta di gettare fango contro una realtà che è inattaccabile e soprattutto contro una famiglia che vive santamente, non solo tradisce ciò che ha visto, sentito, toccato, ciò che il proprio cuore aveva riconosciuto come vero, ma soprattutto tradisce persone innocenti. E questo è gravissimo.
Chi invece veramente vuole conoscere la Verità non si attardi ad ascoltare quelle sirene mai più, ma venga alla Piccola Culla del Bambino Gesù!
Mignano Monte Lungo, 29-01-2018
Adriano Tollo