Il Giudice del Tribunale di Cassino condanna fr. Emanuele Di LUZIO per diffamazione aggravata nei confronti del Pontefice e dei fedeli della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme
Il Giudice del Tribunale di Cassino nell’udienza del 16 aprile 2019 ha condannato fr. Emanuele DI LUZIO per il reato di cui all’articolo 595 commi 1 e 3 del Codice Penale consumato nei confronti di Samuele Morcia, Pontefice della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, nonché della Comunità dei fedeli della Chiesa stessa.
Il DI LUZIO, nella propria pagina Facebook, ha apostrofato il Pontefice della Chiesa con i termini di “ciarlatano, venditore di menzogne”, “imbroglione”, “imbecille”, nonché “dichiarando espressamente, sempre riferendosi al Morcia e, quindi, all’organizzazione religiosa che «c’è la mano di satana che è lui che parla con questo santone»”; e, con riferimento alla Comunità di fedeli, affermando che sono “imbroglioni che usano il nome di Gesù per ingannare la gente”; e che “hanno approfittato della buona fede della gente per spillare a loro soldi per costruire una loro chiesa”.
Ritenuto che la condotta dell’imputato, “pacificamente integrante il delitto di diffamazione aggravata previsto dall’art. 595 co. 3° cod.pen.”, e ritenuto che l’imputato “tramite i suoi post pubblicati sulla sua pagina facebook, offendeva l’onore e la reputazione dei rappresentanti” e dei fedeli della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, il Giudice ha condannato in via definitiva l’imputato fr. Emanuele Di LUZIO per i reati di cui all’articolo 595 commi 1 e 3 del Codice Penale.