Il divorzio cristiano e le seconde (o più) nozze
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“Domanda: «Padre Santo, Lei anche in questo viaggio ha parlato più volte di misericordia. A proposito dell’accesso ai Sacramenti dei divorziati risposati, c’è la possibilità che cambi qualcosa nella disciplina della Chiesa? Che questi Sacramenti siano un’occasione per avvicinare queste persone, anziché una barriera che li divide dagli altri fedeli?».
J.M. Bergoglio: «Questo è un tema che si chiede sempre. La misericordia è più grande di quel caso che lei pone. Io credo che questo sia il tempo della misericordia. Questo cambio di epoca, anche tanti problemi della Chiesa – come una testimonianza non buona di alcuni preti, anche problemi di corruzione nella Chiesa, anche il problema del clericalismo, per fare un esempio – hanno lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. è mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti. … Con riferimento al problema della Comunione alle persone in seconda unione, perché i divorziati possono fare la Comunione, non c’è problema, ma quando sono in seconda unione, non possono. Io credo che questo sia necessario guardarlo nella totalità della pastorale matrimoniale. E per questo è un problema. Ma anche – una parentesi – gli Ortodossi hanno una prassi differente. Loro seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono. Ma credo che questo problema – chiudo la parentesi – si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale. E per questo, due cose; primo: uno dei temi da consultare con questi otto del Consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì. E, una seconda cosa: è stato con me, quindici giorni fa, il segretario del Sinodo dei Vescovi, per il tema del prossimo Sinodo. Era un tema antropologico, ma parlando e riparlando, andando e tornando, abbiamo visto questo tema antropologico: la fede come aiuta la pianificazione della persona, ma nella famiglia, e andare quindi sulla pastorale matrimoniale. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale un po’ profonda. E questo è un problema di tutti, perché ci sono tanti, no? Per esempio, ne dico uno soltanto: il cardinale Quarracino, il mio predecessore, diceva che per lui la metà dei matrimoni sono nulli. Ma diceva così, perché? Perché si sposano senza maturità, si sposano senza accorgersi che è per tutta la vita, o si sposano perché socialmente si devono sposare. E in questo entra anche la pastorale matrimoniale. E anche il problema giudiziale della nullità dei matrimoni, quello si deve rivedere, perché i Tribunali ecclesiastici non bastano per questo. è complesso, il problema della pastorale matrimoniale. Grazie»” (Conferenza stampa sull’aereo durante il viaggio di ritorno da Rio de Janeiro, 31 luglio 2013)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «è lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto»” (Mc 10,2-9)
C) Commento:
Non è difficile comprendere il pensiero di Bergoglio in merito a tale tema. Le sue affermazioni pubbliche e soprattutto le sue affermazioni private (mai smentite né da Bergoglio né dagli organi ufficiali vaticani) non lasciano spazi a dubbi o a interpretazioni. Il pensiero di Bergoglio appare chiaro e inequivocabile, al di là delle polemiche in materia che sono avvenute nell’ottobre del 2014 e che avverranno nell’ottobre del 2015, quando il mandato dovrà essere portato a compimento.
Bergoglio nel corso di una telefonata intercorsa con una donna argentina sposata con un divorziato, ha palesato il proprio pensiero sulla legittimità di concedere il sacramento della comunione ai divorziati risposati e, di conseguenza, di ammettere seconde (o più) nozze ai cristiani cattolici.
Il contenuto (mai smentito da Bergoglio) di tale conversazione telefonica (avvenuta il 23 aprile 2014) è stato riportato da vari giornali ed emittenti radio televisive.
“È squillato il telefono e ha risposto mio marito. Ha detto che era il padre Bergoglio. Il padre aveva chiesto di me e (mio marito) ha chiesto: ‘Da parte di chi?’ Lui ha risposto: ‘Il padre Bergoglio’. Io gli ho chiesto se era in realtà lui, il Papa, e mi ha detto di sì, che stava rispondendo alla mia lettera del mese di settembre”. Durante l’intervista radiofonica, Lisbona non ha voluto offrire molti dettagli, ma ha confermato il consiglio che le avrebbe dato Francesco: avvicinarsi alla comunione “senza problemi”. “Questo ha preso troppo spazio pubblico. Mi ha detto di andare a prendere la comunione in un’altra parrocchia, ma ora non potrò andare da nessun’altra parte”. Secondo la signora, papa Francesco avrebbe anche detto che “si sta occupando dell’argomento” dei divorziati risposati, in un chiaro riferimento alle prossime due assemblee del Sinodo dei vescovi (2014 e 2015), dedicate alla pastorale famigliare. “Ha affermato che la mia lettera gli serviva per occuparsi di questo tema”, ha aggiunto. “E poi mi ha detto che ci sono dei preti più papisti del Papa. Mi parlava con normalità, e io cercavo di parlare con lui con il maggiore rispetto possibile. Adesso le dimensioni che ha preso questa storia mi hanno oltrepassata, sono emozionata per aver parlato con Francesco. E gli ho detto che gli avrei scritto nuovamente quando prenderò di nuovo la comunione” (intervista della signora Jakelina Lisbona in Zabeta con la emittente La Red Am910 di Buenos Aires, 23 aprile 2014).
Quanto affermato da Bergoglio alla donna argentina, Sig.ra Lisbona, è gravissimo.
Bergoglio non solo non conferma la regola divina dettata da Gesù in materia (“I due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto“) ma ha dato consigli su come aggirare la regola stessa. Così facendo Bergoglio al tempo stesso umilia e mortifica chi, pur nella sofferenza, cerca di rispettare tale regola ma soprattutto chi, nel suo ruolo di ministro, dovrebbe, nel nome di Dio, far rispettare la regola.
In questo caso, chi vuole rimanere fedele a Dio, a chi dovrebbe ubbidire, sia ora sia in seguito? A Dio o a leggi che nel frattempo gli uomini modificano e interpretano a proprio scopo?
Se la regola è santa ed è da Dio, va rispettata, a prescindere dall’uomo e/o dagli uomini che la vogliono modificare. Questa è la coerenza e la linearità degli insegnamenti autentici di Cristo.
Bergoglio invece manifesta il suo pensiero che è in contrasto con il pensiero di Gesù; ma non lo fa apertamente, alla luce del sole, ma nell’ombra dei colloqui che riguardano la sua sfera di “rapporti pastorali personali“, motivo per cui “non trattandosi assolutamente di attività pubblica” gli organi di informazione vaticana si astengono dal commentare precisando però che è “da evitare di trarre da questa vicenda conseguenze per quanto riguarda l’insegnamento della Chiesa” (Sala Stampa vaticana, nota del 24 aprile 2014).
Ancora una volta le parole di Gesù ci invitano a riflettere e ci aiutano a comprendere: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5, 37).
I figli della Luce non si nascondono: sono, sia in pubblico che in privato, perché figli di Colui che è.