“Non dobbiamo aver paura di sentirci inquieti… di essere insoddisfatti”
A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Grazie, Signora Rettrice, per le sue parole. Obrigado! Ha detto che tutti ci sentiamo «pellegrini». È una parola bella, il cui significato merita di essere meditato; letteralmente vuol dire lasciare da parte la routine abituale e mettersi in cammino con un’intenzione, muovendosi «attraverso i campi» o «oltre i propri confini», cioè fuori dalla propria zona di comfort verso un orizzonte di senso. … È un processo che un universitario comprende bene, perché così nasce la scienza. E così cresce pure la ricerca spirituale. Essere pellegrino è camminare verso una meta o cercando una meta. C’è sempre il pericolo di camminare in un labirinto, dove non c’è meta. E nemmeno uscita. Diffidiamo delle formule prefabbricate – sono labirintiche –, diffidiamo delle risposte che sembrano a portata di mano, di quelle risposte sfilate dalla manica come carte da gioco truccate; diffidiamo di quelle proposte che sembrano dare tutto senza chiedere nulla. Diffidiamo! Questa diffidenza è un’arma per poter andare avanti e non continuare a girare in tondo. Una delle parabole di Gesù dice che la perla di grande valore colui la cerca con intelligenza e con intraprendenza, e dà tutto, rischia tutto ciò che ha per averla (cfr Mt 13,45-46). Cercare e rischiare: ecco i due verbi del pellegrino. Cercare e rischiare.
Pessoa ha detto, in modo tormentato ma corretto, che «essere insoddisfatti è essere uomini» (Mensagem, O Quinto Império). Non dobbiamo aver paura di sentirci inquieti, di pensare che quanto facciamo non basti. Essere insoddisfatti, in questo senso e nella giusta misura, è un buon antidoto contro la presunzione di autosufficienza e contro il narcisismo. L’incompletezza caratterizza la nostra condizione di cercatori e pellegrini; come dice Gesù, “siamo nel mondo, ma non siamo del mondo” (cfr Gv 17,16). Siamo in cammino verso… Siamo chiamati a qualcosa di più, a un decollo senza il quale non c’è volo. Non allarmiamoci allora se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro, com saudade do futuro! E qui, insieme alla saudade do futuro, non dimenticatevi di mantenere viva la memoria del futuro. Non siamo malati, siamo vivi! Preoccupiamoci piuttosto quando siamo disposti a sostituire la strada da fare col fare sosta in qualsiasi punto di ristoro, purché ci dia l’illusione della comodità; quando sostituiamo i volti con gli schermi, il reale con il virtuale; quando, al posto delle domande che lacerano, preferiamo le risposte facili che anestetizzano. E le possiamo trovare in qualsiasi manuale sui rapporti sociali, su come comportarsi bene. Le risposte facili anestetizzano. …”
(https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2023/8/3/portogallo-universitari.html, Incontro con i giovani universitari, “Universidade Católica Portugesa”, Lisbona, 3 agosto 2023)
B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14,1)
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27)
“Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»” (Gv 20,21)
C) Commento:
I cristiani e coloro che credono nel Vangelo non hanno nel cuore il sentimento dell’inquietudine ma della pace. Cristo è Pace. Cristo è Gioia. Cristo è Amore. In Cristo si trova il proprio tutto, la propria più grande soddisfazione. In Cristo il cristiano trova il proprio tutto. Il Regno dei Cieli che Gesù ci ha aperto e donato con la sua Resurrezione e Ascensione è la meta per tutti.
Il Vangelo è portatore di questi sentimenti e stati d’animo. E grazie al Vangelo si vince quel senso di inquietudine e insoddisfazione che anima i non credenti, coloro che vivono senza Dio, coloro che non hanno trovato il senso della loro vita, che solo Gesù ti dona. E una volta trovato Gesù, l’Amore fatto Persona, l’inquietudine se ne va e mai più ritornerà.
Vivere nel mondo ma non essere del mondo trasmette proprio il sentimento contrario rispetto all’insegnamento di Bergoglio. Con queste parole Gesù manifesta per i cristiani una vita diversa da chi vive quella del mondo, che è sempre insoddisfatto, non appagato, inquieto. Ma chi vive Gesù e nel Signore Gesù ha trovato il proprio tutto, è intimamente sereno, pur combattendo ogni giorno la buona battaglia; è gioioso, per aver trovato il tesoro più prezioso; vive una intima pace che nessuno gli potrà rubare.
Questo si deve insegnare ai giovani, questo è l’entusiasmo da trasmettere loro per far vincere loro quell’inquietudine e quell’insoddisfazione che tanti giovani provano vivendo il mondo e non Gesù. L’inquietudine viene dal demonio, che vuole tutti, soprattutto i giovani, inquieti e insoddisfatti. Chi ama e ha fede in Gesù è intimamente sereno e gioioso, pacifico dentro.