Lettera aperta di Marina Scognamiglio

 

Frequento la Culla di Gesù Bambino dal 18 giugno del 1996, insieme a mio marito Bruno, dopo aver accettato un invito al quale normalmente avremmo detto: “No, grazie.”  Ma l’Amore di Dio ci ha invece spinto a dire di sì e mettere così piede in questa Terra d’Amore, facendoci incontrare prima con la santità di Maria Giuseppina e successivamente con colui che ella stessa designò come “L’aiuto inviato da Dio, il giovane che ella aspettava per continuare la sua missione divina”, Samuele Morcia. In questa Terra benedetta la nostra scarsa fede è cresciuta, giorno dopo giorno.  Meraviglioso è l’incontro domenicale con i fratelli della Nuova Gerusalemme, in mezzo ai quali troviamo i familiari più stretti di Mamma Maria Giuseppina e i Ministri della Chiesa Cristiana Universale, fratelli tra fratelli, tutti desiderosi di ascoltare insieme la Parola di Dio e i consigli spirituali di Samuele per viverla e metterla in pratica, quotidianamente, in questo mondo “arido e smarrito”.

Da qualche tempo, alcuni ex-frequentatori della Nuova Gerusalemme, ben noti, hanno inscenato un’isterica campagna di diffamazione contro questo luogo santo e contro chi lo cura e lo difende, al grido di: “la Mamma era una cosa, il Figlio è un’altra”, salvo poi a rinnegare pubblicamente anche la nostra buona e santa Mamma Giuseppina, per la quale non sono state risparmiate frasi ingiuriose e oscene al pari di quelle riservate al nostro pontefice Samuele.

Tutti noi siamo testimoni della continuità della Missione tra Maria Giuseppina e Samuele Morcia, così siamo testimoni dei tanti voltafaccia avvenuti da quel passaggio ad oggi, pur increduli ed addolorati nel veder allontanarsi chi fino ad allora vantava la conoscenza profonda del Mistero e l’amicizia con Mamma Giuseppina, Nonna Nella, Anna e Samuele.

Quello che non riesco a capire è il comportamento di questi due ragazzini. Tanta rabbia, tanta acredine, tanto rancore, quasi a inseguire una vendetta personale proprio verso chi più ha sofferto il loro tradimento. Dopo aver fatto comunque la loro scelta, dovrebbero essere felici, come tutti quegli innamorati che pensano soltanto a stare sempre insieme, perché quella è la loro gioia: e questa scelta la si potrebbe tranquillamente capire pur non condividendola, perché tutti siamo liberi di restare o abbandonare questo Cammino, ma… Ma evidentemente non sono felici, perché –anziché godersi la loro felicità- preferiscono gettare fango su quella Terra d’Amore dove si sono incontrati, attaccare chi per il Mistero ha donato la propria vita e tutti i fedeli che a loro si stringono e si stringeranno, sempre più numerosi, a difesa della Verità. Non si crea la propria felicità sulle sofferenze altrui, non si può usare tanta cattiveria verso i genitori. A meno che, proprio voi, che ci avete definiti “dei robot senza cervello”, sbagliando completamente paragone, perché avreste dovuto paragonarci alle pecorelle, che un cervello lo hanno, ma preferiscono ascoltare il cuore e seguire il Buon Pastore, che le conosce e le ama una ad una, non siate diventati altre due marionette nelle mani di chi da tempo attacca il Mistero divino della Nuova Gerusalemme, restando vilmente nascosto nell’ombra.

Napoli,  5 febbraio 2018

Marina Scognamiglio




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