Card. Zuppi: “C’è bisogno di credere? No.”

 

A) Testo dell’articolo:

Come conciliare il cattolicesimo e il mondo queer della comunità Lgbt? Al Giffoni Film Festival il cardinale Matteo Maria Zuppi, vescovo di Bologna e presidente della Comunità Episcopale Italiana, non si tira indietro e risponde alle domande sui temi più rilevanti per i ragazzi. “Con tanta insistenza a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù – dice – papa Francesco ha dichiarato e ha sottolineato che nella Chiesa ci devono stare tutti. Tutti, a prescindere da qualunque consonante o vocale. Questo è importantissimo: dobbiamo imparare a stare insieme, a prescindere da qualunque etichetta o definizione e lo impariamo stando dentro e non fuori”. “E poi, bisogna capire cosa significa ‘queer’ a mio parere. A me lo spiegò – ricorda – una persona il cui nome era Michela ed il cognome era Murgia. Mi raccontava dei figli che aveva, con cui non aveva un legame di sangue. Si sposò con un uomo perché gli voleva bene e perché potesse continuare ad aver quel legame con questi figli. Credo che questo dovremmo impararlo tutti, che può esistere un legame senza che necessariamente ci sia un risvolto giuridico. Il punto è volersi bene”.
    È sul senso di comunità, sulla capacità di stare insieme e sulle difficoltà di metterle in pratica nel mondo di oggi, che Zuppi centra il suo incontro con i ragazzi del Festival di Giffoni. “C’è bisogno di credere? No. C’è tanta gente che dà forme di altruismo e attenzione al prossimo, forme di generosità, senza credere – ma aggiunge anche -. Aiuta credere? Sì. Ti aiuta a non usare gli altri, a volergli bene per davvero, ma le religioni non hanno l’esclusiva del voler bene”. E afferma: “L’individualismo è una malattia pericolosissima, che ci fa vivere da isole. Noi non siamo fatti per essere isole, non ci fa essere contenti. Noi siamo contenti quando vogliamo bene
(Ansa.it, Giffoni Film Festival, 23 luglio 2024)

 

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo” (Mc 12,10)

Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6,35)

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?»” (Gv 11,25-26)

 

 

C) Commento:

“C’è bisogno di credere? No”, afferma il cardinale della Chiesa di Roma Zuppi.

Perfetto. Ecco la nuova religione che ha preso piede nella Chiesa di Roma. “Credere aiuta”.

Quindi secondo il pensiero di un eminente esponente (presidente della conferenza dei vescovi italiani) della Chiesa di Roma credere in Gesù Cristo, l’unigenito Figlio di Dio, morto e risorto per la nostra salvezza, non è più necessario. È facoltativo. È un “aiuto” ad essere più buoni.

Veramente non c’è più religione, nel senso che la religione autentica insegnataci da Nostro Signore Gesù Cristo non si trova più negli insegnamenti della Chiesa di Roma, che ha apostatato da quegli insegnamenti per seguire una nuova idea di religione, impregnata di un altro spirito e basata su un nuovo umanesimo, che ha nuovamente scartato l’Uomo Dio Gesù per innalzare l’uomo senza Dio.

 

 




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