La Fede in Gesù e Maria

 

“Quando il Padre, fissava i Cieli, eri presente Immacolata, piena di Grazia!”

Maria Santissima, era lì. Quando Dio donava vita al mondo, Lei era lì, insieme a Lui disegnava gli orizzonti misteriosi della creazione, e dipingeva i colori della vita. Mentre tutte le cose prendevano forma, Dio già vedeva il tradimento dell’uomo, ma continuava nel suo proposito, solo perché c’era Lei. Perché Lei avrebbe espiato la colpa dei figli ingrati, donandogli un Figlio Divino, offerto in riparazione dei peccati del mondo, in un unico sacrificio d’amore Santo: Madre redentrice, Figlio redentore! Madre e Regina dell’Universo: senza di Lei nulla è, perché a Dio così è piaciuto. Figlio dell’Uomo e Re della Gloria: per mezzo di Lui tutto è, perché a Dio così è piaciuto.

Quando poi l’eternità della Purissima entrò nella storia del mondo, l’infinito divenne “persona” come noi. Uguale a noi. Simile a noi. In tutto, fuorchè nel peccato. L’infinito entrò nel finito. Mistero incomprensibile umanamente! E quando il Figlio di Dio, Gesù, per mezzo di Lei venne al mondo, il Re dell’Universo si fece schiavo d’amore, e morì in croce pur di vederci vivere. Pur di renderci Divini, come egli è, distruggendo il peccato.

Una Madre e un Figlio, una sola infinita Croce. La Madre e il Figlio, un solo eterno cuore. C’è tutto in Loro. TUTTO. Questo è il Mistero della vita.

Ma è anche il Mistero della nostra fede. Della fede in Gesù e Maria. Della fede in una Madre e in un Figlio che dall’eternità sono entrati nel tempo e nello spazio, senza essere del tempo e dello spazio. Nelle loro persone c’era Dio, erano Loro stessi Dio, nella Loro parentesi terrena con Loro camminava il Regno di Dio in mezzo a noi. Maria ci porta a Gesù. Gesù ci porta a Maria. Sono Loro il principio e la fine. L’alfa e l’omega. “Fate quello che vi dirà” disse Lei alle Nozze di Cana affidandoci a Lui… . “Donna ecco Tuo figlio, figlio ecco Tua Madre” disse Lui sulla Croce affidandoci a Lei. Unico respiro. Unico abbraccio d’amore. Unico sentiero eterno e santo per la salvezza delle anime.

Ma all’epoca, in quel contesto storico, chi comprendeva un Mistero tanto grande e sublime? Chi? Li toccavano, parlavano con Loro, mangiavano con Loro… ma chi ha sposato quello che in quel momento ci portavano? Chi Li ha sostenuti? Chi Li ha amati veramente? Chi Li ha riconosciuti come Madre di Dio e Figlio di Dio? Dovremmo meditare. Tanto, e pregare. Perché spesso Dio cammina con noi, ma non lo riconosciamo.

Ad onor del vero, tantissimi anni fa, queste domande neanche me le ponevo. Avevo altri interessi. Venivo da famiglia cattolica, ma la fede per me era un optional, si poteva avere come no, non ti cambiava la vita. In altre parole: non mi interessava.

Tantissimi anni fa, e non per caso, mi ritrovai un giorno davanti ad una piccola Cappellina a Gallinaro, spinto dalla curiosità, in compagnia di amici. Scettico, incredulo, superficiale. Mi incrociai con gli occhi di una statuetta di Gesù Bambino, e provai pace, serenità. Non capivo perché, ma era così. Ci tornai ancora, e poi ancora, ancora. Tante volte. Senza capire, provavo pace e serenità. Poi incontrai una donna, che tutti chiamavano Giuseppina, e non so perché mi confidai con Lei, il cuore mi si aprì spontaneamente, mi sembrava di conoscerLa da sempre. Mi sentivo in famiglia con Lei: ero in famiglia! E Lei mi parlò di Gesù Bambino, invitandomi ad aprire il cuore a Lui. Anzi, non so spiegarlo bene, ma fu come se “riponesse nel mio cuore Gesù Bambino”, perché nacque in me la fede, inizialmente piccola, ma che Lei mi invitava a cullare e coltivare. Doveva crescere la mia fede, tanto ancora: ma intanto era nata. Sentivo i primi vagiti. Che grande Mistero…l’incontro con una donna semplice, umile, che genera nel mio cuore la fede! Io gradualmente mi scioglievo sempre di più fino ad innamorarmi tantissimo di Lei e sentire nel cuore un fortissimo bisogno: chiamarla Mamma. Spesso mi interrogavo e mi chiedevo il perché di quello strano desiderio, quasi lo nascondevo alla mia madre naturale per paura di offenderla o renderla gelosa. Ma poi di colpo nel cuore la risposta: la Mamma è colei che ti dà la vita… Ebbene si, Lei mi aveva donato la vera vita, quella spirituale, la fede in Gesù Bambino. Grande gioia per me che iniziavo a comprendere, perché così dice il Signore: “chi avrà fede sarà salvato, chi non avrà fede sarà condannato”: per me si schiudevano le porte della vita eterna. Che gioia immensa!

E Gesù da quel giorno iniziò a crescere nel mio cuore. Giorno per giorno diventava sempre più grande. Certo si doveva adattare, non aveva tutti i comfort nel mio polveroso cuore, ma non andava via. Mi amava come ero ma mi incoraggiava a cambiare vita, a non peccare più, a sforzarmi di essere santo. Spesso tra me e me ripetevo che solo la pretesa di provare a diventare santo fosse di per se un atto di presunzione, fino a quando non scoprii che Gesù ha detto “siate santi, com’è santo il Padre vostro che è nei Cieli!”. Se ce lo chiede Lui, mi dissi, vuol dire che possiamo farlo… Dobbiamo farlo… Almeno abbiamo il dovere di provarci con tutto il cuore. Magari non ci riusciremo ma almeno avremmo percorso le strade della vita nella direzione che vuole Dio e sicuramente alla fine di essa troveremo Gesù e Maria ad abbracciarci.

Passarono tanti anni, e un giorno all’alba del nuovo millennio, alla Culla, mentre ero immerso nella consueta atmosfera di Paradiso che ormai per me era familiare e solita, era ossigeno santo, lungo la via una voce sorprese quest’anima mia: ancora una volta dopo tanti anni un tonfo al cuore… Un sobbalzo… Un fremito inspiegabile… dai megafoni un giovane recitava una dolce preghiera alla Mamma Celeste… Ricordo vagamente qualche parola di quell’inno d’amore. Ma quella voce, quel giorno, segnò per sempre il mio cuore e la mia vita. Era la voce di un giovane, un figlio come me, più o meno della stessa mia età, che pregava una Mamma, la Mamma. Quando successivamente parlai con Mamma Giuseppina e Sua madre Nonna Nella mi dissero estasiate che questo giovane, di nome Samuele, era colui che doveva venire, l’inviato di Dio, annunciato da Gesù a Giuseppina e per questo, per la prima volta da quando fu aperta la Cappellina, sentivano nel cuore di affidargli Gesù Bambino. Si, perché lui Lo poteva toccare. Lui Lo poteva custodire. Lui Lo doveva custodire. Lui si! Sentivo nel cuore un grande trasporto per quel giovane, desideravo conoscerlo, vedere che volto avesse quella voce che avevo ascoltato e che mi era rimasta impressa nell’anima. Un giorno, inaspettatamente, ma finalmente, lo incontrai! Appena i miei occhi incrociarono i suoi e vidi il suo sorriso amorevole, mi vennero i brividi. Mi batteva talmente forte il cuore e non riuscii a trattenere le lacrime. Ma non chiedetemi perché, non lo so. Mi sussurrò dolci parole d’amore e poi mi condusse da coLei che anche lui chiamava Mamma, proprio come me.

Poi quando Samuele sposò Anna, l’unica figlia di Giuseppina, ebbi la conferma delle parole che Lei mi disse relativamente alla chiamata di Samuele in questo grande Mistero d’amore. Quel 4 Agosto 2002 rimane un giorno indelebile e indimenticabile per me e per tutto il popolo che ama questo Mistero Divino.

Giuseppina che prende Gesù Bambino e, tramite Anna, Sua figlia, Lo consegna nella mani di Samuele che Lo innalza e Lo mostra a tutto il popolo. Dalle mani di Giuseppina alle mani di Samuele: il Mistero di salvezza annunciato da Gesù nel 1974 sarebbe così continuato e portato a compimento.

Ebbene, come anni addietro scoprii di avere una Mamma nel cuore, così in quel momento mi accorsi di avere un fratello nel cuore. Un fratello innamorato più di me della Mamma e che mi accompagnava sempre da Lei, mentre la Mamma mi invitava sempre a stringermi a lui. Senza parole forti. Sussurri d’amore. Una Mamma e un figlio mi hanno donato la fede nella Mamma e nel Figlio. Grazie a loro li ho conosciuti, amati. Grazie a loro ho ricevuto il dono della fede Cristiana Cattolica. Fede in Cristo e Maria. Grazie. Per tutta la vita GRAZIE.




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