La “meschinità” di San Pietro e la missione di non fare proselitismo

 

A) Testo del discorso di J.M. Bergoglio:

E questa sua fede non viene delusa: infatti le reti si riempirono di una tale quantità di pesci che quasi si rompevano. Di fronte a questo evento straordinario, i pescatori sono presi da grande stupore. Simon Pietro si getta ai piedi di Gesù dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Quel segno prodigioso lo ha convinto che Gesù non è solo un formidabile maestro, la cui parola è vera e potente, ma che Egli è il Signore, è la manifestazione di Dio. E tale presenza ravvicinata suscita in Pietro un forte senso della propria meschinità e indegnità. Da un punto di vista umano, pensa che ci debba essere distanza tra il peccatore e il Santo. In verità, proprio la sua condizione di peccatore richiede che il Signore non si allontani da lui, allo stesso modo in cui un medico non può allontanarsi da chi è malato. La risposta di Gesù a Simon Pietro è rassicurante e decisa: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E di nuovo il pescatore di Galilea, ponendo la sua fiducia in questa parola, lascia tutto e segue Colui che è diventato il suo Maestro e Signore. E così fecero anche Giacomo e Giovanni, soci di lavoro di Simone. Questa è la logica che guida la missione di Gesù e la missione della Chiesa: andare in cerca, “pescare” gli uomini e le donne, non per fare proselitismo, ma per restituire a tutti la piena dignità e libertà, mediante il perdono dei peccati. Questo è l’essenziale del cristianesimo: diffondere l’amore rigenerante e gratuito di Dio, con atteggiamento di accoglienza e di misericordia verso tutti, perché ognuno possa incontrare la tenerezza di Dio e avere pienezza di vita. E qui, in maniera particolare, penso ai confessori: sono i primi a dover dare la misericordia del Padre seguendo l’esempio di Gesù, come hanno fatto anche i due Frati santi, padre Leopoldo e padre Pio” (Angelus, Piazza San Pietro, 7 Febbraio 2016)

 

B) Riferimenti alla Sacra Scrittura:

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato»” (Mc 16,15-16)

 

C) Commento:

Ancora una volta Bergoglio si accanisce contro i Santi di Dio. Dopo aver denigrato Giovanni il Battista (“ha vissuto il buio di una vita bruciata nell’errore“; è stato contrapposto a Gesù; ha vissuto “la tortura interiore del dubbio“) e dopo aver svilito la figura del Re Davide (definito prima “il corrotto che profetizza l’umiliazione di Gesù“, poi “peccatore, ma santo“), ora è la volta del primo e vero vicario di Cristo: San Pietro.

Non è la prima volta che Bergoglio umilia i santi che sono colonne portanti della Chiesa di Cristo. Nell’episodio citato Bergoglio riferisce del sentimento di meschinità e di indegnità provato nel cuore di Pietro dalla vicinanza del Signore Gesù. Per quanto sia comprensibile il sentirsi indegno, non è per niente accettabile dire che S. Pietro si senta meschino.

Di fronte alla pesca miracolosa Pietro, mosso dallo Spirito Santo, riconosce l’Opera di Dio e si inchina dinanzi al Figlio di Dio. Le sue parole non rivelano meschinità, ma rivelano la grandezza e l’umiltà di quel cuore, che ha saputo riconoscere il Segno di Dio in Cristo Uomo Dio.

La vera meschinità è denigrare San Pietro, un grande santo, il primo e vero Vicario di Cristo in Terra. Bergoglio evidenzia un sentimento che san Pietro non prova, che non esiste, che non è riportato da nessun vangelo ma che è inventato da Bergoglio.

L’altra meschinità è quella di continuare ad affermare che la Chiesa non deve fare proselitismo. In un’altra occasione Bergoglio affermò che “il proselitismo è una solenne sciocchezza“! Ma il proselitismo l’ha voluto Gesù, l’ha insegnato Gesù! Quindi Bergoglio afferma che Gesù ha detto una sciocchezza. Ma chi le dice le sciocchezze, Gesù o Bergoglio?

Gesù disse ai Suoi Apostoli e discepoli di andare e predicare il vangelo a tutte le creature affinché tutti fossero battezzati. Chi si sarebbe fatto battezzare, si sarebbe salvato; chi no, si sarebbe perso. Quindi fare proselitismo significa portare il Vangelo di Gesù a tutto il mondo affinché tutto il mondo si converta e creda in Cristo, l’unico Salvatore del mondo.

Ecco che gli Amici di Gesù, guidati da San Pietro, sono partiti per andare incontro a tutti gli uomini e annunciare il vangelo, per fare proseliti e annunciare la Salvezza che solo in Cristo si compie. Hanno dato la vita per questo annuncio. Donare la vita per Cristo è la cosa più importante e più nobile che da senso a tutta la vita. Altro che sciocchezza!

Ma Bergoglio nell’Angelus afferma che “l’essenziale del cristianesimo è diffondere l’amore rigenerante e gratuito di Dio“. Ma l’unico Amore rigenerante e gratuito di Dio è Cristo, l’unico vero Amore. E non un generico amore che è alla base del pensiero unico della nuova religione di Bergoglio che vuole unire tutte le altre idee di religione nel nome di un generico concetto di amore. Quella di Bergoglio è una ridicola filosofia umana che non pone al centro Cristo, l’unico vero Amore che salva.

Ora più che mai i cristiani autentici devono fare proselitismo, per difendere Cristo e i Suoi insegnamenti dall’opera di demolizione che i dieci re, capitanati da Bergoglio, stanno portando avanti.




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